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Arsenale e Skate park tra i progetti

Pnrr, parlamentari in campo per portare a casa soldi: «Ma bisognava muoversi prima»

Rendering del nuovo Skate Park in viale Colonnello Galliano: progetto ammesso ma non finanziato
Rendering del nuovo Skate Park in viale Colonnello Galliano: progetto ammesso ma non finanziato
Rendering del nuovo Skate Park in viale Colonnello Galliano: progetto ammesso ma non finanziato
Rendering del nuovo Skate Park in viale Colonnello Galliano: progetto ammesso ma non finanziato

Pronti a dare una mano. Per portare a casa soldi. Ma qualcuno di loro osserva: «Ma se il Comune ci avesse coinvolto prima, qualcosa si sarebbe potuto già ottenere...». E spunta anche il nodo dei progetti: erano adeguati? Dopo la doccia fredda per il mancato finanziamento delle progettualità di rigenerazione urbana dell’Arsenale e per lo Skate Park, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha portato cinque milioni a San Bonifacio - unico Comune veronese a ottenere fondi europei, sui 10 compreso Verona a presentare domande di contributi - i parlamentari veronesi rispondono «presente».

A che cosa? All’appello lanciato dal sindaco Federico Sboarina ad attivarsi insieme per ottenere altri soldi. Al tempo stesso, però, si pone l’accento e la domanda su cosa può non aver funzionato e su come cambiare rotta. Nel caso di Verona, ammessi ma non finanziati il progetto di riqualificazione dell’Arsenale - chiesti 18,3 milioni - e per realizzare lo Skate Park in zona Lido, in viale Colonnello Galliano, di 772mila euro. Sboarina ha contestato, con l’Associazione dei Comuni veneti presieduta dal sindaco leghista d Treviso Mario Conte, i criteri di assegnazione dei contributi, che premiano città a maggiore indice di vulnerabilità e degrado, che avrebbero favorito il sud. E per questo chiedono al presidente del Consiglio Draghi nuovi finanziamenti a una revisione dei criteri.

I nodi. Sul fronte parlamentare le posizioni sono articolate. «Se è vero dire che una parte dei fondi europei, non inferiore al 40 per cento, è destinata agli investimenti in meridione, è altrettanto vero dire che non serve solo avere progetti pronti, ma adeguati», dice il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo. «Infatti, in questo caso, seppure i fondi siano del Pnrr, il bando per la rigenerazione urbana risponde a norme precedenti. Quindi, i termini sono quelli e il Pnrr non c’entra nulla, se non per i soldi». Ma allora qual è il nodo? «Conoscendo bene le regole per la rigenerazione urbana, ho forti dubbi che le due proposte del Comune di Verona avessero tutti i requisiti per collocarsi utilmente in graduatoria rispetto a progetti più confacenti alle richieste del bando», prosegue D’Arienzo. «Detto questo, sono pronto a dare una mano e auspico di poter essere coinvolto su proposte utilmente e pienamente corrispondenti ai requisiti dei bandi».

Coinvolgimento. Da Massimo Ferro, senatore di Forza Italia, partito al Governo nazionale, ma non più nell’Amministrazione Sboarina, parte la stoccatina. «Qualcosa evidentemente non ha funzionato, su questi progetti, ma io non ne sapevo nulla e questo è il punto: noi parlamentari andremmo coinvolti prima di presentarli, non dopo quando i soldi non arrivano e si deve correre ai ripari».

Ma ora è tutto perduto? Per il senatore della Lega Paolo Tosato no. Anzi, «c’è ancora speranza, per i progetti veronesi. Purtroppo è vero che i criteri di assegnazione hanno privilegiato il sud», spiega, anche se in Lombardia e a Brescia - 25 milioni - la Lega si è detta soddisfatta dei soldi arrivati, «e comunque l’Anci si sta muovendo per fare in modo che i bandi siano più equilibrati e ci attiveremo per criteri più equi».

Condivide la linea dell’Anci e si dice pronto a raccogliere l’invito di Sboarina Ciro Maschio, deputato e consigliere comunale di Fratelli d’Italia. Partito, dice, che «in Parlamento si è astenuto sul monitoraggio sullo stato di attuazione del Pnrr, facendo opposizione costruttiva. Abbiamo fatto proposte e segnalato ritardi e poca chiarezza nella regia e nel monitoraggio dei progetti. Speriamo che chi è al Governo e sta gestendo la partita, collabori e non faccia “opposizione al territorio”». I soldi del Pnrr «sono un’occasione unica», dice Maschio, che però solleva un altro tema: «Nel frattempo è giusto potenziare il personale amministrativo degli enti locali, destinato alla gestione dei progetti per accedere ai fondi. A condizione che si rivedano alcuni criteri e meccanismi».

Qualità. Ma rilancia, invece, sui progetti, Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle: «Evidentemente c’è qualche problema. Dare la colpa all’indice di vulnerabilità dei Comuni è scaricare le responsabilità. Credo invece che l’Amministrazione debba interrogarsi sulla qualità dei progetti. L’appello? Io ci sono, ma su Arsenale e Skate Park io mai contattata».

Se sul fronte parlamentare ci sono critiche, ma anche disponibilità a collaborare, dall’opposizione in Consiglio comunale partono attacchi. «Verona ancora in ritardo sui fondi europei. Ora si volti pagina», dice Alberto Bozza, consigliere tosiano e regionale di FI. Per Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, del Pd, «il piano per l’Arsenale è un minestrone di funzioni che lascia tutti insoddisfatti». Mentre per Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune, «fondi del Pnrr per gli asili nido sono già assegnati a Comuni, ma non a Verona». Per Tommaso Ferrari, di Traguardi, «serve una struttura organizzativa per elaborare progetti finanziabili». E per Michele Croce, di Prima Verona, non in Consiglio, «i progetti Arsenale e Skate Park non erano in linea con il bando e Verona avrebbe progetti più urgenti e maggiormente rispondenti a quello che chiedeva il Decreto». Parte, comunque, la caccia ai soldi.

Enrico Giardini

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