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MISSIONE COMPIUTA

Il Soccorso alpino di Verona ha trovato casa: ecco la nuova sede

Locali a ridosso dell'area elicotteristica del Suem 118. Per gli operatori «la carta in più» Il capo stazione Corà: «Grazie, eravamo in difficoltà e ci è stata garantita l'operatività»
Il trasloco Marco Vignola, volontario, ex capo stazione e poi vice delegato regionale del Cnsas, affigge al muro le insegne del corpo nella nuova base attesa per anni FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORI
Il trasloco Marco Vignola, volontario, ex capo stazione e poi vice delegato regionale del Cnsas, affigge al muro le insegne del corpo nella nuova base attesa per anni FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORI
Il trasloco Marco Vignola, volontario, ex capo stazione e poi vice delegato regionale del Cnsas, affigge al muro le insegne del corpo nella nuova base attesa per anni FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORI
Il trasloco Marco Vignola, volontario, ex capo stazione e poi vice delegato regionale del Cnsas, affigge al muro le insegne del corpo nella nuova base attesa per anni FOTOSERVIZIO GIORGIO MARCHIORI

Ce l’hanno fatta. I volontari della stazione veronese del Corpo nazionale di Soccorso Alpino hanno la nuova (e a lungo sospirata) sede. Carichi di materiali e con i loro mezzi d’intervento da qualche giorno hanno spostato il campo base nell’ex Scuola americana in lungadige Attiraglio. A ridosso della piazzola di decollo e atterraggio dell’eliambulanza del Suem 118 Verona Emergenza. Serviranno ora lavori di sistemazione, il primo e più necessario ai servizi sanitari, attualmente ancora «tarati» su un’utenza infantile. Poi verrà il tempo di realizzare strutture di ricovero per i veicoli e le attrezzature, con un intervento che si profila oneroso. Una sfida è vinta, un’altra si profila.

Riconoscenza «Lasciamo, con un ringraziamento che viene dal cuore, gli spazi che ci hanno ospitati dal 2019 nella scuola gestita dal sindaco Damiano Tommasi a Settimo di Pescantina», riassume Alberto Corà, a capo della stazione Cnsas. «Non dimenticheremo mai la disponibilità con cui ci ha accolti, benché allora perfetti sconosciuti, offrendoci una sistemazione che è stata preziosa e ci ha garantito l’operatività, ormai in linea di crescita costante negli anni». Sono 33 le missioni svolte nel 2023. E, con la stagione dell’escursionismo-alpinismo al debutto, le dita incrociate sono d’obbligo. Il Soccorso Alpino aveva fatto base, «storicamente», per decenni, in piccoli locali adiacenti l’aeroporto di Boscomantico. Sede divenuta, nel tempo, troppo stretta per una stazione per numero di missioni seconda solo a Cortina. Senza contare le necessità dello scalo, in espansione. I volontari si erano ritrovati, alla fine, senza «casa». Cominciava così, sul finire del decennio scorso, la rincorsa verso una nuova sede. Mille ipotesi, molte promesse, nessun risultato, nonostante l’impegno di Marco Vignola, all’epoca responsabile della squadra e, prima di lui, di Ernesto Chesta.

Incontri La svolta arriva inattesa nel 2019. Elisa Dalle Pezze, presidente della seconda Circoscrizione, per sensibilità personale vicina al mondo del soccorso in montagna, ha un’intuizione. Pochi giorni dopo c’è il primo incontro tra i responsabili del Cnsas, allora guidato da Roberto Morandi e Damiano Tommasi, all’epoca solo imprenditore scolastico e campione pluridecorato del calcio, lontano dalla discesa in politica. È intesa a prima vista: lui ha spazi liberi: non per sempre ma, al momento, più che utili. Ed è così che furgoni, motoslitta e «quad» con le insegne finiscono in rimessa a fianco del verde per gli studenti.

Palazzo Barbieri Nel frattempo la politica cittadina, con la giunta guidata da Federico Sboarina, si muove. Tante le ipotesi di collocazione ma non c’è n’è una che davvero garantisca l’operatività. La svolta arriva nel novembre 2021, con l’affollatissimo festeggiamento in Gran Guardia per i 50 anni della stazione Cnsas di Verona. L’allora sindaco si impegna, con una battuta accolta dagli applausi: «A costo di darvi l’ufficio dell’assessore Padovani». Il quale Marco, allora titolare della delega alla Protezione civile, da tempo sostiene la causa e sorride a propria volta. L’ex Scuola Americana, da quel momento in poi ventilata come possibile, è l’ipotesi che diverrà realtà, con uno delle ultimi atti della giunta uscente. Alle elezioni del giugno 2022 Damiano Tommasi passa alla guida di Palazzo Barbieri. Continua ad ospitare i volontari della montagna mentre si perfezionano i passaggi burocratici. Fino al trasloco. «Era difficile crederci, all’inizio. Ma è successo ed ora si apre un nuovo capitolo», ammette Corà, il quale ha aveva ricevuto da Roberto Morandi l’eredità di una missione da portare a termine.

Futuro Restano i lavori da fare. «Ci sarà uno stanziamento per l’indispensabile sistemazione dei bagni, probabilmente intorno ai 20mila euro», conferma l’assessore al Patrimonio Michele Bertucco. «In prospettiva si cercherà comunque di valorizzare quanto più possibile l’attività di questo gruppo che offre un impegno costante e frequente sull’intero territorio veronese». Ma serviranno altri fondi per garantire strutture per il ricovero dei mezzi e dei materiali, attrezzare e rendere i locali dell’ex scuola una vera base operativa: alla prova dei fatti la migliore possibile, con accesso diretto all’elicottero del Suem.

«È la nostra carta in più. A dire il vero ci speravamo solamente ma... ottimo così. In certe situazioni ridurre i tempi può fare la differenza», conferma Corà. Alcune decine di migliaia di euro mancano ancora all’appello. Serviranno aiuti esterni, magari sponsor. Conclusa felicemente la missione presunta impossibile ne comincia subito un’altra. Senza ansia: è tutta gente, del resto, abituata a scalare sul vuoto.  •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mozzo

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