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l'incidente alla grande mela

Morto a 21 anni cadendo dall'auto, condannato l’amico

Il ventitreenne alla guida ha patteggiato sei mesi e 10 giorni. La vittima aveva battuto la testa dopo essere caduta dal bagagliaio
L'ultimo saluto a Michele Zenti, morto a 21 anni nell’ottobre del 2021
L'ultimo saluto a Michele Zenti, morto a 21 anni nell’ottobre del 2021
L'ultimo saluto a Michele Zenti, morto a 21 anni nell’ottobre del 2021
L'ultimo saluto a Michele Zenti, morto a 21 anni nell’ottobre del 2021

«Chissà per quanto tempo ancora non comprenderemo la ragione di ciò che è successo». Erano state queste le parole di alcuni familiari nel giorno del funerale di Michele Zenti, giovane di 21 anni, morto nell’ottobre del 2021, dopo essere caduto dal bagagliaio dell’auto guidata da un amico, mentre erano nel parcheggio del centro commerciale «La Grande Mela» a Lugagnano di Sona.

E chissà se a quella domanda ora, a distanza di un anno e mezzo, qualcuno ha saputo trovare una risposta. Nel frattempo una prima risposta a livello giudiziario è stata data. Ieri, 5 luglio, M.C., oggi ventitreenne, l’amico che guidava l’auto da cui è caduto Zenti, ha patteggiato sei mesi e dieci giorni di carcere per omicidio stradale.

La ricostruzione dell'incidente

L’incidente risale alla notte del 3 ottobre 2021. Secondo gli inquirenti, erano circa le 1,20, quando M.C. ha caricato Michele sul bagagliaio aperto della sua Ford Fiesta. Era sabato sera. I due giovani si trovavano all’interno del terzo livello del parcheggio del centro commerciale.

Forse una bravata. Forse una tragica fatalità. Michele è salito sul bagagliaio, l’amico avrebbe accelerato e, a quel punto, il ventunenne è stato sbalzato dal veicolo, andando a sbattere violentemente la testa. Il giovane, nell’urto, ha riportato una grave frattura cranica e varie emorragie intracraniche.

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Momenti di concitazione

Michele è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso. Per cinque giorni è rimasto in coma. Dopo aver lottato duramente tra la vita e la morte, il 7 ottobre, si è arreso. Non senza aver prima donato i propri organi a chi ne aveva bisogno. Un gesto di generosità in linea con chi era lui: un ragazzo allegro e vitale, pronto ad aiutare e a fare del bene tra una partita a calcetto con gli amici, un’attività in parrocchia e un concerto con la Banda di San Pietro in Cariano dove suonava la tromba.

Ieri il caso è stato trattato dal giudice per l’udienza preliminare Carola Musio. L’amico, M.C., ha patteggiato sei mesi e dieci giorni di carcere per omicidio stradale. La pena è stata sospesa.

Manuela Trevisani

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