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Intervista al cantautore

Morgan candidato pro Sboarina, ma solo per poche ore: «Peccato, Verona è una città che amo»

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Il cantante Morgan
Il cantante Morgan
Il cantante Morgan
Il cantante Morgan

Morgan si candida per Sboarina. Invece no, ieri in serata è arrivato lo stop e il suo umore cambia, dopo l'intervista che aveva rilasciato nel pomeriggio. «Peccato, se il sindaco ha detto di no per colpa di quattro haters sui social, beh, forse serviva una visione politica più ampia. Cosa farò? A questo punto sono io che non voglio più partecipare. Mi dispiace per i veronesi che sono persone intelligenti e che con me avrebbero avuto un'occasione di rinascimento culturale».

Cantautore, musicista, scrittore, showman, l'uomo è di quelli cui piace sorprendere e anche provocare. Quando c'è di mezzo lui l'incerto è dietro l'angolo e lui si diverte a giocare con il personaggio che ha costruito e a rimescolare le carte fra (indubbio) talento, gusto per l'eccentrico, malessere esistenziale da artista incompreso, trasgressione più esibita che reale. Spesso esagera e lo cacciano: un copione classico, quasi una recita a soggetto. Di "casi Morgan" si alimenta la cronaca con cadenza regolare. Può capitare che finisca in parodia, come quella volta a Sanremo quando ha scambiato le parole di una canzone per troncare in modo irreversibile con il suo compagno di esibizione, Bugo. Ma a volte ci rimette sul serio, come nel 2010 quando con alcune dichiarazioni sull'uso legittimo della droga a fini antidepressivi ha decretato l'annullamento da parte dell'allora sindaco Tosi del concerto in programma al Teatro Romano (poi hanno fatto pace, fra pubbliche strette di mano e concerto riammesso).

Ora Morgan, al secolo Marco Castoldi, 49 anni, doveva candidarsi a sostegno di Sboarina come capolista di «Apro Rinascimento», il movimento politico di un altro istrione della vita politica e culturale, Vittorio Sgarbi, critico d'arte, sindaco di Sutri e deputato, da subito dichiaratosi in appoggio al sindaco di Verona che tenta il bis. L'impegno di Morgan, insomma, nasceva da una sorta di affinità elettiva per Sgarbi e da lì per proprietà transitiva discende alla città di Giulietta. Martedì sera era in piazza dei Signori a suonare per Vinitaly and the City.

Prima del colpo di scena di ieri sera, Morgan aveva risposto alle nostre domande.

Dunque Morgan, da dove nasce l’idea di questa candidatura?

Io corro a sostegno di Sgarbi, una delle poche persone con cognizione delle proprie idee, con il coraggio di non essere allineato alle imposizioni dall’alto in un’Italia ormai non più sovrana, costretta a dire solo signorsì o a giudicare, un Paese esanime che non ha più forza vitale nè energia creativa. Sgarbi è promotore di creatività e del verbo, inteso come motore di una società dinamica e propositiva, portatrice di idee. Una società che coltivi il dibattito, la dialettica come confronto di legittime opinioni. Ora questa sembra un’utopia...

 

Senta Morgan, lei sostiene Sgarbi ma si candida a Verona. Ha già in mente quale sarà il suo contributo per la città?

Sostengo Sgarbi perchè voglio che si potenzi politicamente, mi piacerebbe che la sua fosse una forza politica rilevante e sogno un governo con lui ministro, per una nuova idea rinascimentale. Mi interessa Verona perchè è una città d’arte, la amo e sono sempre stato accolto splendidamente.

 

Veramente una volta le hanno annullato un concerto fra le polemiche...

Ma quella volta è stato solo un incidente con un sindaco! Quello che conta sono i cittadini di Verona, con cui ho un rapporto meraviglioso. E i cittadini devono far sentire la loro voce in nome della cultura e dell’arte, io voglio dare il buon esempio. Del resto se non si dà valore all’arte, si va alla deriva. Il Governo che taglia fondi alla scuola e stanzia miliardi per le armi non va bene. È l’Italia che non capisce quello che vale.

 

Torniamo a Verona...

Città meravigliosa. Mi metto a disposizione per portare competenza e gestire la vita culturale e gli eventi.

 

Ma lei ha conosciuto il sindaco Sboarina?

Sì. Persona rispettabile e che mostra un grande rispetto per gli altri. Ma ripeto, il significato della mia presenza in lista è globale. L’appoggio a Sboarina è l’occasione che mi ha dato Sgarbi, e Verona incarna perfettamente il luogo dove si può lavorare a una rinascita culturale.

 

Sboarina è di Fratelli d’Italia. Anche lei è di destra?

Destra, sinistra... Non ci sono più Almirante e Berlinguer... Le sedicenti forze di sinistra non corrispondono più ad alcun modello politico o filosofico, l’impianto ideologico non esiste più neanche a destra, dove non si inneggia al ritorno del fascismo ma si s-ragiona sul mercato libero. In questo panorama ha tutta la mia stima Giorgia Meloni, l’unica che fa opposizione. È il suo grande merito, perchè senza opposizione non c’è democrazia. Ragiona con la sua testa. Credo che sia vicina alle idee di molte persone».

Bonifacio Pignatti

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