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turismo e sostenibilità

Città d'arte prese d'assalto, il ministro Sangiuliano: «I centri sovraffollati? Così sono in pericolo»

Il titolare della Cultura: «Serve un punto di equilibrio fra la qualità della vita dei residenti dei centri storici e gli interessi delle attività economiche»

La parola d’ordine è equilibrio. La classica via di mezzo, ma in senso virtuoso. Tra tutela dei monumenti e del patrimonio artistico e paesaggistico, e loro utilizzo in chiave culturale, turistica e quindi anche economica, e nel caso di Verona basti pensare all’Arena, per la musica lirica e i concerti, al Teatro Romano.
Ma c’è una virtù nel mezzo anche sul tema del vivere e della vivibilità delle città e in particolare dei centri storici: tra turisti e visitatori, residenti e attività economiche, anzitutto quelle ricettive e tenendo conto del numero di B&B in crescita esponenziale di numeri, soprattutto nei centri storici, anche quello di Verona. Città che, come già ha fatto Venezia, si sta pure interrogando sulla opportunità o meno di porre dei limiti al numero di turisti in città, trovando modalità per intercettare e individuare i flussi. A parlare della necessità di trovare equilibrio in questi ambiti è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, 60 anni, giornalista e saggista, tra l’alto già direttore del Tg2 della Rai, che ha firmato con il presidente della Regione Luca Zaia il Protocollo per il Piano paesaggistico regionale (articolo nella pagina a sinistra).

Ministro Sangiuliano, come possono andare insieme la tutela della città d’arte e le necessità dell’economia, anzitutto per quanto riguarda il turismo?
Io penso che occorra cercare un giusto e corretto equilibrio tra le esigenze di tutela e protezione del territorio e quelle dell’industria turistica.

Il ticket d’ingresso a Venezia, studiato dall’amministrazione del Comune lagunare per gestire il sovraffollamento di turisti, slitterebbe a decorrere dalla prossima estate e non dall’inizio del 2023, come ipotizzato in un primo momento. Lei che cosa pensa di questo strumento, che anche altre città stanno valutando, se non altro per riflettere sul tema dei numeri eccessivi, difficile da gestire? È giusto introdurre una soglia sostenibile?
Io studio, approfondisco le questioni e poi esprimo un punto di vista definito. In generale dico che il tema del sovraffollamento delle città d’arte, che mette a rischio le città stesse, va affrontato.

Turismo e città d’arte: lei si era dichiarato favorevole a regolamentare le locazioni turistiche nei centri storici, come Verona. Come intende procedere, ora su questo fronte? Tra l’altro nei giorni scorsi il docente Bertocchi dell’Università Ca’ Foscari ha proposto ad esempio delle “zone free B&B” come ad Amsterdam. Che cosa ne pensa?
In generale sono convinto che vada cercato e trovato un punto di equilibro tra la qualità della vita dei cittadini residenti, nei centri storici e nelle città d’arte, e gli interessi delle attività economiche che in queste città operano.

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Come si deve operare?
Ci sono interessi confliggenti e quindi, nel fissare le regole, va trovato un punto di armonia. Da una parte ci sono gli interessi legati a una città d’arte, che però producono anche risorse economiche e quindi bisogna mettere insieme queste esigenze.

Ma quale è la sua missione con particolare riferimento alle città d’arte, come Verona, ricca di monumenti come l’Arena, per i quali si sta aggiornando il protocollo per l’utilizzo, interno e degli spazi esterni?
Le città d’arte costituiscono un bene immenso della nostra storia, un lascito del passato che abbiamo il dovere di preservare e di trasmettere alle prossime generazioni.

Lei, alla firma del Protocollo per arrivare al Piano paesaggistico regionale, ha parlato tra l’altro delle necessità di trovare una via di mezzo tra tutela del paesaggio e modernizzazione. E quest’ultima potrebbe avvenire anche facendo compiere un salto di qualità a collegamenti ferroviari, in tutta Italia, ormai superati e inefficienti?
Questo è un tema che va sottoposto al ministero dei trasporti, ma sicuramente possono dire che da sempre le ferrovie sono uno dei cardini della modernizzazione di un Paese. E ci sono zone della nostra Italia, anche in città e regioni turistiche e d’arte, che hanno linee ferroviarie assolutamente inadeguate, da migliorare.

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Enrico Giardini

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