Un orientamento ben riuscito, quello di Michele Lora che, avvicinatosi qualche anno fa all'ateneo di Verona per iscriversi ad Economia, alla fine ha optato per informatica, impegnandosi in un percorso che oggi lo rende uno dei pochi ricercatori beneficiari di una Marie Curie Global Fellowship.
Il finanziamento europeo, che ogni anno sostiene circa 25 ricercatori in ambito ingegneristico, gli è stato attribuito tre anni fa, quando aveva nel frattempo già stipulato un contratto per l'agenzia di Scienza e Tecnologia del governo di Singapore.
La storia di Michele Lora
«Avevo provato due volte a ottenere la Marie Curie», racconta Lora, originario dell'alto vicentino, «al terzo tentativo, quando ormai non ci speravo quasi più, ho ottenuto il riconoscimento che mi ha portato a Los Angeles per un anno e mezzo. Avrebbero dovuto essere due gli anni all'estero, ma visto che il finanziamento è stato confermato il 7 febbraio 2020, all'alba della pandemia, ho dovuto posticipare la partenza di qualche mese».
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Ora il ricercatore è a Verona dove, in seno alla sezione di Ingegneria e Fisica del Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione, alla fine del mese completerà il percorso che lo impegna nell’innovativo laboratorio Ice, ai Magazzini Generali, dove si sta concretizzando l’applicazione dell’ingegneria informatica al mondo industriale. Nella catena di produzione simulata, robot e bracci meccanici sostituiscono l'operatore umano e, tramite sensori all'avanguardia, riconoscono variabili che possono accadere lungo la linea produttiva.
L'obiettivo è che software ad hoc possano tenere conto delle incertezze sugli impianti industriali, riconfigurando la linea di produzione.
«Ho frequentato ragioneria a indirizzo programmatori e il mio scoglio più grande era lo studio dell'architettura dei calcolatori», rivela, «ora insegno proprio questo, ho anche appena pubblicato il libro “Progettazione digitale”. L'Unione Europea ha finanziato il mio progetto legato alla manifattura e spero di proseguire la mia carriera accademica proprio a Verona».
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Il futuro
Avendo vinto una Marie Curie Global, Michele potrebbe essere assunto a chiamata diretta, senza passare per un concorso, proprio grazie ai suoi meriti. Il primo step sarebbe quello di ricercatore a tempo determinato di tipo B.
«Tra la triennale in informatica e la magistrale in ingegneria e scienze informatiche», aggiunge, «sono stato in Svezia, per una prima esperienza come assistente. Al terzo anno di dottorato ho raggiunto Berkeley, in California, e poi ho pensato a un'ulteriore esperienza a Singapore. Ho vinto poi la Marie Curie Global che mi ha portato a Los Angeles e tra i due estremi, asiatico e americano, posso confermare la mia piena adesione alla via di mezzo europea. In Italia ci sono difficoltà, è vero, ma non è tutto rose e fiori nemmeno all'estero».