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L'emergenza medici di famiglia

Specializzandi usati come medici di base, «ma pagati troppo poco»: scoppia la polemica

Duro botta e risposta fra Federazione Italiana Medici Medicina Generale e Ulss 9
Un medico di base
Un medico di base
Un medico di base
Un medico di base

«Una decina di giorni fa, con un colpo di mano, in una riunione del Comitato aziendale, l’Ulss9 Scaligera ha scelto di peggiorare le condizioni economiche dei medici di base». È duro l’attacco di Alberto Vaona, segretario provinciale della Fimmg (Federazione Italiana Medici Medicina Generale), in merito a una nuova direttiva aziendale, già in vigore, che prevede che i 40 euro lordi l’ora retribuiti ai nuovi medici che rimpiazzano i numerosi colleghi pensionati, prevedano pure le visite domiciliari, finora pagate a parte.

La denuncia

«In un momento di grave reperibilità dei medici, una simile scelta non farà che peggiorare la situazione, rendendo sempre meno appetibile la professione», dice Vaona. «L’azienda percepisce delle quote regionali per ogni cittadino finalizzate a pagare il medico di famiglia e altri servizi. Se il medico non c’è, quei soldi vengono incamerati dall’Ulss stessa che quindi risparmia e incassa».

La replica dell’Ulss 9

La Scaligera, che proprio di recente ha partecipato a una commissione a Palazzo Barbieri in cui è emerso che il bubbone della carenza dei medici, fortemente sentito in provincia, sta prendendo piede anche in città, soprattutto nel sud ovest scaligero, tra Santa Lucia e Borgo Roma, replica prontamente, rimandando al mittente le accuse.
«Il 18 marzo è stato convocato il Comitato aziendale per la medicina generale, alla presenza delle organizzazioni sindacali di categoria», scrive in una nota. 

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«In tale sede è stato condiviso il progetto relativo all’attivazione del Servizio Medico Distrettuale diurno per cittadini senza medico. Il progetto tiene conto delle indicazioni regionali del 29 dicembre 2023 per quanto attiene i compensi e, nella sua interezza, era stato precedentemente inviato ai rappresentanti sindacali per loro disamina e valutazione. Nel corso del Comitato sono stati condivisi gli aspetti fondanti del progetto, che è stato approvato a maggioranza. L’accordo siglato è di fondamentale importanza per la sanità scaligera», continuano dalla sede dell’Ulss 9, «in quanto garantisce assistenza in orario diurno a quei cittadini per i quali non è stato finora possibile acquisire un nuovo medico di medicina generale».

I veronesi senza medico

Se in provincia 45mila persone sono sprovviste del cosiddetto dottore di famiglia, in città sono 9mila. La maggior parte dei medici con incarico temporaneo opta per un massimale ridotto di assistiti, tra i 650 e i 1.200, rispetto a quello fissato dai medici che cessano e che arrivava fino ai 1.800.
Proprio Vaona è stato il referente, l’anno scorso, per facilitare il servizio di medicina distrettuale diurna al fine di colmare le ormai note carenze di medici. «L’accordo prevede che fino al 31 dicembre si procedesse a una sorta di attivazione diurna delle guardie mediche», ribatte il segretario della Fimmg.
«La manovra per risparmiare sulla retribuzione dei medici è consentita dalle indicazioni regionali, ma in questo modo l’azienda si attiene al minimo contrattuale. Verona è la città che soffre maggiormente l’emergenza della carenza di camici bianchi rispetto ad altre città venete». 


Il ricorso agli specializzandi

Lo ricorda Vaona: «Più dell’80 per cento dei medici di guardia sono specializzandi, appena laureati, proprio perché non si trovano professionisti che scelgano di prendere in mano gli ambulatori che chiudono per pensionamento». E conclude: «Il Comitato Aziendale è stato convocato senza rispettare i termini legali relativi al preavviso e non è un organo deputato alla trattativa. Gli accordi con il precedente direttore generale, Girardi, erano di riconvocare la trattativa, cosa che i sindacati presenti al comitato non potevano sapere. Ora l’Ulss 9 continuerà a risparmiare non fornendo servizi ai cittadini nascondendosi dietro la scusa, prodotta ad arte, che non si trovano medici».

Chiara Bazzanella

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