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L'iniziativa

«Esclusi dalla finanziaria». E la visita è a lume di candela

Una protesta silenziosa per evitare di chiudere l’ambulatorio. «Un segnale per fare capire la situazione»
Medici al lume di candela
Medici al lume di candela
Medici al lume di candela
Medici al lume di candela

Una protesta silenziosa. Al lume di candela, ma non romantica. Tutt’altro. Tanti medici di base del veronese, ieri, hanno visitato i loro pazienti con una candela accesa sul tavolo. Un modo, com’era stato annunciato alla vigilia, per segnalare le problematiche che, ora più che mai, attanagliano i dottori di famiglia. Non potendo «chiudere», e quindi lasciare senza presidio i pazienti, anche in città e provincia i medici hanno deciso di aderire a questo tipo di iniziativa nazionale.

Impossibile, come spiegano, visitare al buio, tantomeno in inverno. Ecco che quindi la candela accesa è diventata per un giorno strumento per un messaggio più ampio. «Lo abbiamo fatto», spiega la dottoressa Maria Sofia Donatoni, «per cercare di sensibilizzare più persone possibile». Il problema, infatti, sono i costi dell’energia e le bollette sempre più al rialzo. «Serve un aiuto anche alla nostra categoria», aggiunge, «completamente esclusa nell’ultima finanziaria».

 

Medici di base liberi professionisti

Lo stesso commenta Roberto Di Iorio che lavora in un ambulatorio a Verona: «Chi opera in contesti di medicina di gruppo è in parte più agevolato nel sostenere i costi, ma pensiamo a chi lo fa da solo. Diventa davvero difficile». Per questo la candela: «I pazienti», prosegue Di Iorio, «in questa particolare giornata l’hanno vista e si sono fatti delle domande. È importante per iniziare a parlarne, soprattutto perché non si capisce che i medici di base non sono solamente liberi professionisti».

La questione costi l’affronta anche Claudio Sovrani, dottore in pensione, ma presidente di una cooperativa che raggruppa in tutto il territorio veronese centinaia di colleghi: «Il medico», commenta, «deve sostenere costi per affitto, luce, gas, infermieri e tutto il resto. Come mai la nostra figura non è stata inserita nei discorsi legati ai ristori ad esempio? Se facciamo delle migliorie nei nostri ambulatori per noi sono «solo» costi. Serve un aiuto a tutti i livelli».

 

Visitare al buio

La proposta, un’esagerazione anche se necessaria, lanciata territorialmente l’altro giorno da Giulio Rigon, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, di visitare spegnendo la luce utilizzando la luce di una candela era difficilmente percorribile. «Non si può visitare al buio, ovviamente», prosegue Donatoni, «ma è stato un primo segnale per far capire qual è la nostra situazione. Chi l’ha vista si è chiesto come mai».

I costi, e lo sottolinea Sovrani, in uno studio medico a volte sono anche più alti rispetto ad altri locali ed esercizi: «Al netto delle spese per il funzionamento dello studio, anche la voce riscaldamento per noi è sostanziosa. Non si possono visitare pazienti con 18 gradi, ne servono almeno 22. E anche questo ha un impatto». La conclusione è di Di Iorio: «Prima di rimanere davvero alla candela, meglio agire. Ci serve una mano, serve un sostegno da parte delle istituzioni».

Nicolò Vincenzi

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