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La rielezione

Mattarella bis, le reazioni dei politici veronesi: «È la soluzione migliore, ora guardiamo al futuro»

di Enrico Giardini
Mattarella nel 2018 al Centro regionale per l'autismo di Borgo Trento
Mattarella nel 2018 al Centro regionale per l'autismo di Borgo Trento
Mattarella nel 2018 al Centro regionale per l'autismo di Borgo Trento
Mattarella nel 2018 al Centro regionale per l'autismo di Borgo Trento

È Mattarella bis. Dopo otto votazioni. E il Veneto e la Verona delle istituzioni e della politica accolgono la conferma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per un altro settennato, con posizioni diverse. Ma consapevoli, tutti, dopo una settimana travagliata, in Parlamento, e con fratture nel centrodestra, che ora è soltanto il momento di guardare avanti. Al futuro di un'Italia che, come tutto il mondo, dopo due anni di pandemia e con quasi 150mila italiani morti, sta faticosamente risalendo la china. Un'Italia che chiede sviluppo, meno burocrazia, aiuto a chi sta peggio.

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«In questa situazione di stallo, l'unica soluzione è stata quella di scegliere il presidente Mattarella», commenta il presidente della Regione Luca Zaia, leghista, uno dei tre "grandi elettori" del presidente, insieme al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, Lega, e al capogruppo del Pd Giacomo Possamai. «Mattarella è stato molto felice dell'incontro con i governatori. Ha sottolineato il ruolo delle Regioni e ha ringraziato per tutto il lavoro che stiamo facendo e abbiamo fatto in questi 24 mesi rispetto al Covid. Mi ha detto che lui aveva trasferito tutto quello che aveva nella sua residenza al Quirinale. Mi ha confermato che aveva programmato di cessare con il mandato».

In città, il sindaco Federico Sboarina, esponente di Fratelli d'Italia, spiega che non «c'è niente da dire sulla persona e sulla figura di Sergio Mattarella, anzi. Ora il commento da fare riguarda piuttosto l'impasse del Parlamento generato dai soliti veti della sinistra. In maniera preconcetta i partiti di centrosinistra hanno sempre detto no a tutti i nomi di spessore proposti dal centrodestra, persino alle donne sacrificando addirittura uno dei loro temi preferiti, evidentemente la parità di genere vale ed è importante solo quando riguarda gli altri». È «una situazione di stallo in cui hanno tenuto il Paese e rispetto alla quale non solo andava trovato uno sblocco, ma che l'opinione pubblica fatica a capire. Basti pensare», aggiunge Sboarina, che «mentre le famiglie non arrivano a fine mese e le aziende subiscono i pesanti colpi del rincaro energetico, c'è stato persino qualche parlamentare che invece era in vena di giocherellare votando nel segreto dell'urna cantanti a calciatori. Gli italiani si meritano maggiore serietà».

Dal fronte della Provincia, il presidente Manuel Scalzotto, leghista, sindaco di Cologna Veneta, afferma che «di certo la continuità in questo momento è un segnale importante di solidità istituzionale, per i mercati e le relazioni internazionali che pesano sulla nostra economia, sullo sviluppo, sul benessere delle famiglie e delle imprese. Auspico che il presidente Mattarella», aggiunge, «possa sostenere, fino in fondo, un cambio di rotta rispetto agli ultimi decenni, che hanno visto crescere debito e burocrazia sulle spalle di cittadini e aziende». Il tema per Verona e il Veneto, conclude Scalzotto, «resta quello dell'autonomia: "pasticci" come quelli del Pnrr, con i nostri Comuni inspiegabilmente penalizzati nell'accesso alle risorse, non devono ripetersi».

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Ma che cosa pensano i deputati e i senatori veronesi, quelli che hanno trascorso una settimana a Montecitorio per eleggere il Capo dello Stato? «Sono felice d'aver contribuito all'elezione di una persona di enorme valore morale e politico che in questi anni ha ben rappresentato la Nazione e gli italiani tutti», dice il senatore del Pd Vincenzo D'Arienzo, che aveva ipotizzato la L'elezione di Mattarella conferma l'assetto straordinario che ci siamo dati per affrontare la pandemia e utilizzare i finanziamenti europei: una larga maggioranza a sostegno del Governo Draghi».Scontro Nella Lega, il deputato Paolo Paternoster guarda invece allo scontro politico. «Il nostro segretario Salvini ha proposto fino all'ultimo personalità di grande profilo è di grande esperienza; dagli alleati di governo abbiamo ricevuto solamente dei no senza alcuna seria alternativa. Abbiamo provato anche a far eleggere la seconda carica dello Stato, ma i voti del centrodestra non sono stati sufficienti. A questo punto, per salvaguardare il Governo e gli interessi del Paese», conclude, «abbiamo deciso di finirla lì e di proporre un Mattarella bis, trovando la convergenza di chi, in questo momento, sostiene con noi la maggioranza». Per Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle, «è stato giusto ascoltare il Parlamento, sbloccando uno stallo durato giorni. C'era anche il mio voto tra i moltissimi che sono andati a Mattarella negli scorsi scrutini. Ringrazio il presidente per essersi messo a disposizione del Paese».

Non è andato in questa direzione il voto di Fratelli d'Italia, che con il deputato e consigliere comunale scaligero Ciro Maschio ricorda «che FdI non ha votato Mattarella, ma Carlo Nordio, perché non deve diventare una prassi l'anomalia costituzionale della rielezione dopo sette anni di un presidente uscente. Poi per dare voci a quei milioni di elettori del centrodestra rimasti delusi dallo spettacolo a cui hanno assistito e si aspettavano maggiore coraggio e maggiore capacità di dialogo da parte di un centrodestra compatto». Numeri Paolo Tosato, senatore della Lega, sottolinea che «i due schieramenti non avevano i numeri per eleggere autonomamente il nuovo presidente della Repubblica. Non si è trovata la sintesi e la scelta sul presidente uscente è stata inevitabile. Non potevamo continuare a votare all'infinito», spiega. «Dopo una settimana di trattative inconcludenti il termine per trovare una soluzione condivisa era scaduto. Il Parlamento ne ha dovuto prendere atto». Il senatore di Forza Italia Massimo Ferro, che ha detto di «aver tirato Mattarella», spiega che «con l'elezione del presidente Mattarella, per la politica dei partiti non sarà più come prima. Speriamo che i leader di quasi tutti i partiti capiscano e prendano atto di una situazione completamente cambiata». Esultanza Grande soddisfazione anche da parte di Gianni Dal Moro, che in un'intervista a L'Arena prevedeva un Mattarella bis. «Sono contento, è stata trovata in un tempo ragionevole rispetto alle condizioni date, interpretando sono certo il sentimento diffuso degli italiani di grande stima e affetto nei confronti del presidente Mattarella. L'Italia ha ancora bisogno della sua saggezza, della sua sapienza politica, del suo amore per la patria». Diego Zardini, deputato del Pd, parlando di Mattarella usa i termini «autorevolezza, garanzia di imparzialità, una guida sicura per la Repubblica, da sempre la linea del Pd, di Enrico Letta. Ora il Governo e il Parlamento possono lavorare più efficacemente sulle emergenze nazionali e internazionale»..

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