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QUARTIERE NAVIGATORI

Teneva da sei anni in casa la madre morta, i vicini: «Sembra un film dell'orrore, nemmeno sapevamo che vivesse con la mamma» / VIDEO

Nelle strade intorno alla palazzina dove è stato ritrovato il cadavere dell’anziana donna
La palazzina di via Marco Polo, in Borgo Milano, dove è stato ritrovato il cadavere della donna (Marchiori)
La palazzina di via Marco Polo, in Borgo Milano, dove è stato ritrovato il cadavere della donna (Marchiori)
Donna lasciata morta per 6 anni in casa (servizio di Silvia Beltrami per TeleArena)

Non c’è nulla di giallo. La palazzina al numero 5 di via Marco Polo, zona Navigatori a due passi da Corso Milano, è verde. Linda, ordinata, lo scivolo che porta a tre garage. Poca gente in giro, sole di traverso. Non sembra per nulla il «set» di un film dell’orrore. Eppure lì, alle 9 del mattino sono arrivati forze dell’ordine e Vigili del Fuoco. Scoprendo il cadavere di un’anziana in uno degli appartamenti, stando alle prime informazione rimasto lì, sul letto, per tanto tempo, forse anni.

 

Le reazioni dei vicini

«Accidenti, questo è successo?», sbotta Giorgio Perbellini. Tiene bottega di calzolaio, da 32 anni, cosa che in un quartiere equivale più o meno alla carica di sindaco. Di qualche movimento ha avuto sentore, gli hanno riferito del «movimento». Nulla di più. «Sei nel posto giusto», assicura Arben Asik, mentre posa sul bancone la tazzina. Caffetteria «Marco Polo».

Apre il portafogli e mostra il distintivo di investigatore privato. «Sono vicepresidente dell’associazione Azione sociale, Verona Sud», spiega. Si attacca al telefono, chiama in successione un paio dei suoi «contatti». Ne vengono fuori le coordinate corrette, il numero 5 della vietta, quasi invisibile, che interseca la principale. Ma nessuno tra gli informatori riesce ad aggiungere particolari. Del fatto che sia successo qualcosa tutti sanno, visto lo spiegamento di forze. Quanto al «cosa» nessuno sembra avere informazioni. Due campanelli suonano a vuoto. «Cerchi qualcuno?», fa una voce dal primo piano. Presentazione e spiegazione sintetica.
L’uomo sparisce e riappare subito dopo nel vano della porta d’ingresso. Tende la mano: «Francesco». Piacere. «Non saprei che dire, sono qui solo da un anno ma una cosa del genere, che dire... Incredibile, faccio fatica a pensarci». Allude soprattutto alla sua giovane figlia: «Vai ad immaginare una situazione che sembra presa da un film dell’orrore». Ha ragione, la letteratura e la cinematografia hanno pescato a reti piene su «casi» di questo genere, il cadavere ritrovato per caso. L’orrore. Una palazzina per poche famiglie, «Qui ci conosciamo tutti», conferma Francesco. Il figlio della signora trovata morta? «Avrà forse un po’ più di sessant’anni, un tipo sorridente, con il quale ci si incrociava e si scambiavano i saluti. Decisamente insospettabile, nessun elemento che autorizzasse altri pensieri. Neppure sapevamo che vivesse con la madre». Ore 17,30. Dal portone esce un tecnico della Polizia locale, valigetta alla mano.

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La ricostruzione dei fatti


Niente commenti («Indagine in corso») ma appare chiaro come tutta la giornata sia stata spesa, senza clamori, nel rilevare tracce ed elementi utili per la ricostruzione di quello che, a questo punto, è realmente un «giallo». Secondo passaggio con il barista-investigatore: «Nulla di nuovo». In giro c’è quasi nessuno, del resto è l’ora del rientro dal lavoro e tutti filano dritti con bici e scooter nei garage, fine della giornata.

La signora che affronta i due scalini dell’uscita del «numero 5», sulla carrozzina spinta dal figlio, ha diverse primavere alle spalle. Scuote la testa, lascia intendere di avere intuito il «movimento» della mattinata. Non si esprime: «Non vorrei dire cose sbagliate». Se ne va nel sole del tardo pomeriggio per la sua passeggiata. Raggiunta la saggezza dell’età anche le follie del mondo appaiono sotto una luce diversa. Eppure, se alla fine sono arrivati poliziotti e Vigili del fuoco, qualcosa deve avere sollevato dubbi.

Francesco scuote la testa. «Sospetti? Non ne ho, non riesco a darmi ragione di questa situazione». «Strano», osserva però, «che sia arrivata direttamente la forza pubblica». Mistero tutto da interpretare, un’inchiesta in corso. Nessuno che abbia uno straccio di idea o di sospetto. Se non ci fosse di mezzo una morte vera, al momento inspiegata, potrebbe sembrare la trama per una serie di Netflix. La realtà riesce comunque e sempre a battere la finzione

Paolo Mozzo

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