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L'intervista dopo le polemiche

Zenti: «Non volevo dare una preferenza, i candidati sono entrambi cattolici»

Giuseppe Zenti Vescovo di Verona dal 2007
Giuseppe Zenti Vescovo di Verona dal 2007
Giuseppe Zenti Vescovo di Verona dal 2007
Giuseppe Zenti Vescovo di Verona dal 2007

Un intervento «puramente di carattere culturale e pastorale, il mio, super partes». Il vescovo Giuseppe Zenti, 75 anni, dimissionario, risponde così alla domanda se la sua lettera al clero diocesano che contiene anche riferimenti alle elezioni amministrative, per quanto riguarda i contenuti cari alla Chiesa, possa essere considerata una sorta di ingerenza nella vita civile e politica.

 

Monsignor Zenti, perché ha scritto questa lettera? Cinque-sei volte all’anno scrivo ai miei preti su alcuni temi del momento. Avevo già previsto di inviare loro qualche riflessione sulle elezioni amministrative e preparato un testo ad hoc. Poi, essendo morto il vescovo padre Flavio Roberto Carraro, ho scritto quindi subito al clero su questo e ho allora approfittato dell’occasione per inserire anche la parte sulle elezioni, che sviluppo meglio in un articolo che uscirà questa settimana sul settimanale diocesano Verona Fedele.

Che cosa ha voluto dire ai preti?

Che loro hanno un compito speciale, non certo nel dire ai fedeli quale partito scegliere alle urne, ma nell’illuminare la coscienze dei fedeli nelle tornate elettorali, di qualsiasi livello. Sottolineo, però, che la scelta spetta liberamente ai cittadini.

Su quali temi lei insiste?

Anzitutto la famiglia, sacra e inviolabile, non alterata da alcuna forma di gender, già stigmatizzato da papa Francesco nella “Amoris laetitia”, al paragrafo 56. Ma non c’è solo questo aspetto, legato alla famiglia.

E che cosa c’è in più?

Io penso anche alle famiglie con problemi legati alla povertà, alla disoccupazione, alle disabilità, a gravi malattie, ma anche ai giovani a rischio di sbando sociale e culturale. E poi ho a cuore la scuola.

Vale a dire?

All’attenzione che va data, da chi amministra la città, alle scuole cattoliche, a cominciare da quelle dell’infanzia. Ma tra i temi aggiungo anche quello dell’accoglienza responsabile dei migranti, e il rispetto della vita umana dall’inizio alla fine, fino all’ultimo respiro naturale. Certo, poi ogni cittadino al voto compie le sue scelte, ma io, da vescovo, seppure in scadenza, ho ritenuto doveroso rivolgermi ai miei preti sollevando l’attenzione su questi temi.

Quindi indicazioni soltanto sui valori, le sue?

Certo, senza alcuna preferenza per l’uno o l’altro candidato, a livello personale, ma guardando al retroterra culturale delle coalizioni che rappresentano. I due candidati sindaco sono entrambi cattolici, infatti.

Dunque non considera una ingerenza nella politica la sua lettera, come da alcune parti politiche le viene ora addebitato?

No, ripeto, io non entro in questioni di carattere partitico, ma su temi puramente culturali e pastorali.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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