CONFESSIONE CHOC

«Lei si muoveva e continuavo a colpirla alla testa. Quando le ho tolto il cappuccio ho visto che soffriva e le ho tagliato la gola. Per pietà»

I sigilli messi dagli inquirenti alla casa di Rescaldina, nel Milanese

Resta in carcere per gravi indizi di colpevolezza.

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