La scenografia è quella di un autobus di linea extraurbana dell’Atv mediamente affollato in una media mattina di autunno. L’ora è quella che coincide con il trasporto degli studenti a scuola. Dai paesi verso il centro, come ogni giorno di qui alla fine dell’anno. Facce da adolescenti più o meno vispe.
All’improvviso, dal fondo dell’autobus, nel posto tradizionalmente riservato alla “caciara“, alle spalle di una ragazzina dall’aria assonnata spunta, in primo piano, una mano che stringe qualcosa che fuma. Ma non è una sigaretta. Si tratta, invece, di un petardo che l’anonima (per ora) mano lancia attraverso il finestrino giù in strada. Un altro anonimo, in veste di testimone, riprende la scena. Qualche ragazzino è ignaro di quello che sta accadendo, la maggioranza di quelli dell’ultima fila è invece ben cosciente e saluta l’eroico gesto con risate e battute.
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L’abitacolo in questione è quello del mezzo che corre lungo la linea 138 da Verona per San Giovanni Lupatoto, Zevio e giù verso le Basse. Un viaggiatore spiega che quello non è nemmeno l’unico modo utilizzato dai giovani studenti per ingannare il tempo in attesa di varcare i cancelli del sapere. I chimici in erba si dilettano anche al gioco del lanciafiamme: dar fuoco al gas del deodorante con la fiamma dell’accendino. Sperando che nessuno ci metta troppo entusiasmo e finisca per arrostirsi... o arrostire un vicino di sedile.
Per carità, saranno pure bravate. Ma il rischio che si faccia male qualcuno è più che concreto. Basterebbe, per esempio una reazione spaventata al botto di un petardo per mandare a gambe all’aria un ciclista o un motociclista. Con conseguenze difficili da prevedere. Meglio darci un taglio subito prima che il ridere... Che ne dite?