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L'intervista

La Verona di Tommasi «Ecco cosa farò su scuola, mobilità e sicurezza»

Damiano Tommasi (Fotoservizio Marchiori)
Damiano Tommasi (Fotoservizio Marchiori)
Damiano Tommasi (Fotoservizio Marchiori)
Damiano Tommasi (Fotoservizio Marchiori)

Giusto per non... dribblare il tema - peraltro unico accenno al suo passato di calciatore in tre quarti d’ora di conversazione, nella redazione de L’Arena - quando chiediamo a Damiano Tommasi, 47 anni, candidato sindaco del centrosinistra, se della sua coalizione si consideri più il regista, l’allenatore o... lui non fa neanche finire la domanda. E dice, secco: «Bisogna correre». Punto. Sposato, sei figli, originario di Sant’Anna d’Alfaedo, in Lessinia, residente in Valpolicella, in Comune di Fumane, fondatore e gestore della Don Milani Middle School a Settimo di Pescantina, Tommasi tenta la corsa a Palazzo Barbieri. E apre il suo “dossier Verona”. Entrando sui temi. Nato nel mondo civico, guida un raggruppamento formato da Pd, Traguardi, In Comune per Verona, Azione, Più Europa, Partito socialista, Europa Verde, Volt, Demos. Sfiderà il sindaco uscente e ricandidato Federico Sboarina, per Fratelli d’Italia, Lega, Verona Domani e Battiti, l’ex sindaco e ricandidato Flavio Tosi, per Fare. Quindi Michele Croce di Prima Verona e potrebbero esserci altri candidati.

 

 

Tommasi, lei ha undici tavoli di lavoro sul programma. Hanno terminato il loro compito?

Alcuni sì, altri sono in dirittura d’arrivo. È stato un momento di incontro tra persone e di condivisione di temi della città.

Che programma sarà?

Di cose da fare, più che di promesse.

Con quale denominatore comune?

La qualità della vita, il benessere dei cittadini.

In quali ambiti?

Io ne ho individuati cinque.

Da dove partiamo?

Dal benessere scolastico, dovere del Comune, anzitutto per la fascia zero-sei anni e penso all’insegnamento dell’inglese e alle mense materne, ma anche all’edilizia scolastica e alle manutenzioni. Ma ha una valenza ulteriore.

Quale valenza ulteriore?

La fascia scolastica zero-sei anni significa anche sostegno alle coppie e alle famiglie con ascolto e supporto in un ambito spesso dimenticato e con effetti diretti sulla crescita dei nostri bambini. Scuola significa anche giovani e in quell’ambito il fatto principale è l’ascolto. Il protagonismo delle nuove generazioni è direttamente proporzionale al tempo di ascolto e allo spazio che gli si propone. È un tema su cui si può fare molto di più, non solo a Verona.

 

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Altro pilastro del benessere?

Quello dei quartieri, il che è legato anche alla sicurezza.

Come intende questo tema?

Negli ultimi anni in città è emerso il problema delle baby gang, come quello degli atti vandalici o delle forature delle ruote delle auto.

Repressione o anche prevenzione?

L’importante è che il tema della sicurezza non resti solo un argomento di campagna elettorale. La vera sicurezza è sentirsi comunità. E la direzione che abbiamo preso è quella di una società futura di tante persone sole. La solitudine poi genera insicurezza, anche psicologica. Non dimentichiamo, poi, le violenze all’interno delle famiglie, di cui spesso non si parla.

Qualche idea?

Presenza delocalizzata del Comune nei quartieri attivando - riattivando? - le circoscrizioni e i servizi di prossimità. Marciapiedi, strade, lampioni, piazze, spazi aggregativi per i giovani, volontariato di assistenza, tutor per la terza età per colmare il divario tecnologico degli anziani. E quello psicologico.

Altro obiettivo sul benessere?

La mobilità. Con la conclusione del progetto filobus, finanziato e da portare a termine. È da quindici anni che se ne parla. I cantieri erano partiti, poi sono stati chiusi, anche se l’obiettivo resta farlo, interamente elettrico.

Lei, dunque, lo vuole portare a termine?

Io punto alla qualità della vita e, per una città che vuole essere più europea, internazionale, la mobilità, anche per l’impatto ambientale che ha, è determinante. Io comunque sono consapevole che chi amministra una città arriva dopo qualcuno e prima di qualcun altro.

Quindi?

Il progetto filobus è in pista, c’è un finanziamento statale, ci sono strutture già avviate e quindi una nuova amministrazione deve partire da quello che c’è, anche per non perdere i finanziamenti che ha. Il tutto, però, partendo dai dati di flussi di traffico, che vanno aggiornati. Per, eventualmente, aggiornare il progetto. Ma non dando nulla per scontato. Deve essere chiaro un principio, comunque.

Quale?

Traforo, trasporto pubblico, mobilità green - elettrica, bicicletta, pedonale - vanno tutti nell’ottica della futura mobilità, non della Verona che era.

Quale traforo?

Ci sono state tante ipotesi, si valuterà. Io posso solo dire che quello dalla Valpantena alla Valpolicella non so quanto entri nel merito e risolva i problemi di mobilità di Veronetta e zona Teatro Romano. Anche qui: bisogna partire dai dati. Un altro punto è il benessere ambientale, con l’obiettivo di una città sempre più green e a misura di famiglia. Inoltre, il benessere legale e a difesa della legalità e dalle infiltrazioni criminali.

In concreto?

Processi e standard qualitativi all’interno delle attività comunali e gli enti partecipati, la cui razionalizzazione passa attraverso il contenimento dei costi e la competenza. Nomine, incarichi, controllo delle attività e innalzamento della qualità dei servizi devono accompagnare l’innalzamento degli standard della cosa pubblica.

 

 

Quali segnali, quali richieste le arrivano dalle persone che incontra, ora che è candidato sindaco?

Sento grandi aspettative verso il nostro progetto, e avverto che Verona ha tante energie sopite che hanno voglia di uscire allo scoperto e alzare la voce. E tanti si mettono a disposizione. C’è voglia di partecipazione ed è importante. E mi auguro che l’astensionismo cali.

Quale Verona sta vedendo?

Una città che vuole fare, realizzare, sfruttare le sue energie. Credo che Verona sia la città con il divario più grande tra quello che potrebbe fare e quello che fa. Mi piacerebbe colmare questo divario. Verona deve diventare una città attrattiva per investimenti e presenza sul territorio di aziende e stakeholders internazionali. Questo fa parte dello sforzo più grande che una Verona ferma da troppo tempo è ora che faccia.

I superconsulenti dei Comuni per il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovranno occuparsi di smaltire pratiche arretrate...

Ci sono città, come Padova, che hanno ottenuto molti soldi statali, oltre trecento milioni, per ampliare la tramvia. Io conosco molte città che hanno portato a termine progetti. Le buone pratiche, se portano risultati, vanno copiate. Io non parlo di cose che non conosco, ma avverto che Verona viene percepita, fuori, come una città che potrebbe fare di più.

 

Candidato sindaco Damiano Tommasi, 47 anni, in corsa per le elezioni amministrative 2022Damiano Tommasi in giallorosso
Candidato sindaco Damiano Tommasi, 47 anni, in corsa per le elezioni amministrative 2022Damiano Tommasi in giallorosso

 

Ritornello popolare, da cui nasce una domanda: Damiano Tommasi ha una grande carriera da calciatore, alle spalle; poi ha guidato il sindacato dei calciatori. Nel frattempo ha fondato una scuola, a Settimo di Pescantina, tra elementari e medie 370 alunni. Ma non ha esperienza politico-amministrativa e si candida a sindaco di Verona. Lei come replica?

Quando ho giocato per la prima volta nell’Hellas Verona ho disputato 33 partite. Ero inesperto, prima. Ma penso che l’inesperienza non voglia dire incompetenza. Io ho giocato da professionista e non è stato facile. Poi sono stato alla guida dell’associazione italiana calciatori, che raccoglie dalle ragazze dilettanti che non avevano alcuna tutela a professionisti che sono ormai delle aziende. In totale 17mila soci. E questo assomigliava molto alla politica. Ora mi sto appassionando a questa nuova esperienza di candidato sindaco, bellissima.

Ma Damiano Tommasi è uomo social?

Ho la fortuna di avere figli, sei, dai 24 ai sei anni, quindi per loro vado da Youtube a Instagram a storie di Instagram, quindi Facebook e stati di Whattsapp. Comunque, anche a scuola, parlando di nuove tecnologie, bisogna partire da quello che i social possono fare e dare, in positivo. È come insegnare a leggere e a scrivere partendo dalle poesie, da ciò che di bello si può dire. Quindi non vanno demonizzati, i social.

Si vota per le elezioni amministrative dopo due anni di pandemia da Covid, con le bollette di luce e gas a volte quasi raddoppiate. Abbiamo raccontato sul giornale di anziani che chiudono il riscaldamento, in casa, per risparmiare, e di condomini che tengono spenta la luce della scale, anche qui perché i costi sono troppo alti. Quale voto sarà, quello delle amministrative 2022? Arrabbiato?

Più che arrabbiature io avverto preoccupazione, che spero non si tramuti in astensionismo perché si pensa che la soluzione non sia nella politica. Mi auguro che ci sia una partecipazione convinta a queste amministrative.

Lei avrà una lista del sindaco?

Certo. Tante persone si sono fatte coinvolgere nel mio progetto, altre stanno già facendo molto nel sociale e si sono messe a disposizione per dare il proprio contributo.

Tommasi, le piace il presidente del Consiglio Mario Draghi?

È uomo di grande credibilità europea.•.

Enrico Giardini

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