«I dati diffusi dalla Fondazione dimostrano, con l'indotto prodotto da quasi 400 mila presenze, che l’Arena resta un asset fondamentale per l'economia veronese che va però maggiormente sostenuto da enti locali e forze economiche, in particolare quelle che operano nel commercio e nel turismo». È uno dei passaggi della nota firmata da Paolo Seghi, Nicola Burato, Ivano Zampolli e Dario Carbone di Cgil, Cisl, Uil e Cisal.
«Apprezziamo», scrivono, «il ringraziamento del commissario Fuortes a tutti i lavoratori che hanno reso possibile tali risultati nonostante le difficili condizioni, a volte esasperate dalla direzione, in cui si è trascorsa questa stagione». Ma i sindacalisti lamentano il fatto di averne avuto notizia «di seconda mano» . «Dal momento», evidenziano, «che al piano di risanamento i lavoratori destinano per accordo sindacale parte dei loro compensi». E aggiungono: «I dati positivi dimostrano che l'Arena e la fondazione possono e devono continuare a essere un punto di riferimento dell'arte e della cultura per la vasta platea di pubblico che apprezza l'opera e la musica e alla quale va rivolta una programmazione e una qualità capaci di alimentarne l'interesse».
Si chiede poi «un salto di qualità nelle relazioni sindacali, valorizzando il ruolo dei lavoratori che chiedono trasparenza e oculata amministrazione». E assicurano massimo impegno «nel trovare soluzioni alle problematiche aperte». In particolare per il corpo di ballo «che Fondazione e commissario intendono liquidare, ma che risultati come questi dovrebbero incoraggiare a mantenere, sviluppandone l'attività, anche nella prospettiva da noi aperta della costruzione di una realtà interregionale». Ma, denunciano, «le disponibilità da noi incontrate in sede di Regione, ministero e con l'Agis si scontrano con il silenzio della Fondazione stessa». E.S.