Amore a prima vista. Filippo Zonta a tre anni voleva la moto prima ancora d'aver imparato ad andare in bicicletta. Attrazione naturale per chi, come Filippo, è nel mondo dei motori sin dalla prima infanzia: papà Giancarlo è titolare di un'officina a Monteforte d'Alpone. Zonta, oggi venticinquenne, è un profilo di spicco del motocross veronese e italiano: in bacheca vanta ben sette titoli vinti agli Internazionali d'Italia Supercross, gareggia nel massimo campionato italiano (Prestige, Mx1), partecipa ad alcune tappe del mondiale motocross.
La sua è una storia di successo nato da logorante sacrificio, passaggi a vuoto e rinascite, in un'evoluzione lenta ma costante, costruita passo dopo passo, contando sulle proprie forze, l'amore ed il seguito della famiglia e degli affetti più stretti.
Filippo, si dice che tu abbia richiesto la tua prima moto prima ancora di imparare ad andare in bicicletta...
È vero, papà e mamma m'imposero di imparare ad usare la bicicletta per avere la mia prima moto. A tre anni l'ho avuta, papà mi costruì gli adattamenti necessari ad un bambino.
Che rapporto hai con la velocità?
Il rapporto di chi ha capito subito come non si possa spingere senza controllo. In pista ci sono le condizioni di sicurezza per sfidare il proprio limite e provare a superarlo. È il contesto adatto, la strada non lo è. Raramente giro in moto per strada.
Leggi ancheUn morto in moto ogni due giorni. I soccorritori: «Siamo provati anche noi»
La strada, purtroppo, di recente è stata fatale per molte vite stroncate da incidenti in serie. Quando la velocità diventa un pericolo?
Quando ci si focalizza solo sulla ricerca del brivido: ci si fa trascinare dal rombo del motore, dalle sensazioni del momento. Ma la strada non è la pista: conta anticipare quanto può succedere mentre si guida. Perciò tutto ciò che è fonte di distrazione va evitato.
Consigli pratici per chi ama viaggiare su due ruote?
Non dare per scontato nulla, soprattutto agli incroci, le immissioni in corsia e alle precedenze. Conta avere l'occhio pronto a captare pericoli possibili: irregolarità del tracciato, cambi di direzione altrui, movimenti non segnalati.
Che rapporto c'è tra lo Zonta centauro e lo Zonta utente della strada?
Sono due mondi paralleli. In pista so che posso spingere perchè arrivo da anni di allenamento al controllo del corpo e del mezzo in regime di alta velocità. Per strada sono parecchio prudente, tengo sotto controllo tutto l'ambiente circostante mentre guido.