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La cerimonia

Si è insediato il nuovo procuratore di Verona: «Giustizia al passo con i tempi»

di Manuela Trevisani
Sessantasei anni, originario di Gorizia, Raffaele Tito ha passato gran parte della sua carriera nel Friuli
Il neo procuratore Raffaele Tito davanti ai giudici Raffaele Ferraro, Francesco Fontana e Pier Paolo Lanni
Il neo procuratore Raffaele Tito davanti ai giudici Raffaele Ferraro, Francesco Fontana e Pier Paolo Lanni
Il neo procuratore Raffaele Tito davanti ai giudici Raffaele Ferraro, Francesco Fontana e Pier Paolo Lanni
Il neo procuratore Raffaele Tito davanti ai giudici Raffaele Ferraro, Francesco Fontana e Pier Paolo Lanni

«Garantire una giustizia sempre più al passo con i tempi». È questo l’obiettivo primario del nuovo procuratore di Verona Raffaele Tito, che ieri è entrato ufficialmente in possesso delle proprie funzioni al secondo piano dell’ex Caserma Mastino. Sessantasei anni, originario di Gorizia, Tito ha passato gran parte della sua carriera in Friuli Venezia Giulia e il suo ultimo incarico è stato quello di procuratore di Pordenone. 

 

L'udienza di insediamento

La cosiddetta «udienza di insediamento» si è svolta ieri, 27 giugno, alle 10 nell’ufficio della Presidenza del Tribunale davanti al collegio costituito dai giudici Francesco Fontana, Raffaele Ferraro e Pier Paolo Lanni, oltre al procuratore aggiunto, fino a ieri reggente, Bruno Francesco Bruni. Ad assistere al momento solenne anche vari pubblici ministeri veronesi. 
«Sono emozionato», ha commentato il nuovo procuratore. «Mi impegnerò fortemente per fornire un servizio Giustizia sempre più al passo con i tempi». Le priorità, di certo, le ha ben chiare. «Garantire sicurezza ai cittadini e controllo sulle regole dell’economia, vigilare contro i reati predatori che tanto allarmano la popolazione, contrastare i reati sul web e le truffe finanziarie online, che sono la piaga del momento, oltre ai reati del Codice rosso (come i maltrattamenti in famiglia, lo stalking o la violenza sessuale, ndr), tanto diffusi a Pordenone, come immagino anche qui». 
Perché è proprio da Pordenone, appunto, che Tito arriva: «Io vengo dal Friuli e non ho mai avuto contatti con Verona. Pordenone è una città un po’ più piccola rispetto a questa: i fenomeni penso siano più o meno gli stessi, ma ovviamente il livello è diverso».

Il peso della responsabilità si fa sentire. «La Procura di Verona ha un prestigio nazionale elevatissimo», commenta Tito. «Spero di poter emulare i miei predecessori che sono stati magistrati di altissimo valore. Papalia, Schinaia, Barbaglio: nomi di grande rigore morale e capacità».

Un ultimo accenno all’attualità e ai due maxi processi che si sono da poco conclusi sulla ’Ndrangheta nel Veronese. «So che è stato fatto un grande lavoro a livello di indagini», conclude, «e il tribunale si è dimostrato all’altezza del compito. Gestire due processi simili richiede una grande capacità anche organizzativa: evidentemente Verona ha un tribunale che funziona e ciò porta giovamento a tutti». 

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