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vita impossibile in un condominio

Falsi profili «hot» col nome della vicina, sputi nelle aree comuni e rifiuti in giardino: inquilino stalker in tribunale

di Fabiana Marcolini
Trentenne se la prende con due coppie di vicini, con falsi profili sui social e pubblicando annunci sui siti per incontri hot. Ha patteggiato un anno e mezzo
Perseguita i vicini con profili falsi sui social (e non solo): inquilino stalker finisce in tribunale
Perseguita i vicini con profili falsi sui social (e non solo): inquilino stalker finisce in tribunale
Perseguita i vicini con profili falsi sui social (e non solo): inquilino stalker finisce in tribunale
Perseguita i vicini con profili falsi sui social (e non solo): inquilino stalker finisce in tribunale

Molesto e invadente. Decisamente il vicino di casa che nessuno vorrebbe perché oltre a rovesciare le immondizie nelle aree comuni, a sputare sulla porta d’ingresso, a suonare il campanello per poi scappare e a rovesciare liquido maleodorante in testa a una delle inquiline del condominio, era riuscito a entrare a gamba tesa nella sfera privata di due coppie.

Yehia Zechi, 31 anni originario di Manfredonia, accusato di stalking, diffamazione aggravata e sostituzione di persona, ieri (17 novembre) davanti al gup Luciano Gorra ha patteggiato un anno e sei mesi. Ha fatto un percorso di recupero e gli è stato revocato il divieto di avvicinamento, misura che si era resa necessaria l’anno scorso perché due coppie non uscivano più di casa per la paura di incontrarlo.

Falsi annunci

Oltre a un comportamento poco educato fece di peggio: pubblicò il numero di cellulare del vicino un sito di incontri a sfondo sessuale, fece lo stesso in un sito che organizzava traslochi e gli «mise in vendita» l’auto.

Se la prese anche con la moglie mentre ad un’altra signora del palazzo andò anche peggio. In febbraio e in maggio 2022 creò due profili social a nome della donna associati alle sue foto con la scritta «sono sempre pronta e disponibile». E questo le creò non pochi problemi.

Lo fece tra l’altro utilizzando i suoi dati personali, età, stato civile, data di nascita e indirizzo e si evidenziava la disponibilità a incontri a luci rosse. E le vittime (difesa Favazza e Righetti) lo denunciarono.

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