È passato un anno ma la situazione è tutt'altro che archiviata. Il rogo del salumificio Coati, che nel febbraio del 2023 è bruciato per giorni, ha lasciato un segno indelebile sul territorio. Ci sono voluti mesi per rimuovere tutto il materiale bruciato e la carne che, sotto le macerie, era rimasta a marcire.
L'abitato di Parona e Arbizzano, l'area più vicina alla zona industriale a scavalca tra i comuni di Verona e Negrar di Valpolicella, hanno vissuto mesi di disagi tra odori nauseabondi e una vera e propria invasione di mosche e altri insetti.
Ad oggi, dello stabilimento non rimane che un cumulo di macerie, collinetta di rifiuti che ora preoccupano il Comitato Salviamo Parona e Arbizzano che è tornato a riunirsi ieri sera (15 febbraio) per fare il punto della situazione tra l'interrogativo dell'inquinamento ambientale e l'incognita sul futuro dell'area. Alla riunione, organizzata nella sala parrocchiale di Parona, hanno partecipato una cinquantina di persone.