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L’analisi

I proprietari: «Impossibile mandare via chi non paga». E tutti ormai guardano agli affitti brevi

Le difficoltà nello sfrattare gli inquilini frenano i proprietari: «Ristrutturazioni troppo costose». Ceni: «Non è un prpblema di tasse»
Ristrutturazioni difficili Costano sempre più cari i lavori di adeguamento nelle abitazioni più vecchie e sfitte
Ristrutturazioni difficili Costano sempre più cari i lavori di adeguamento nelle abitazioni più vecchie e sfitte
Ristrutturazioni difficili Costano sempre più cari i lavori di adeguamento nelle abitazioni più vecchie e sfitte
Ristrutturazioni difficili Costano sempre più cari i lavori di adeguamento nelle abitazioni più vecchie e sfitte

La paura di trovare inquilini morosi senza più riuscire a tornare in possesso della propria casa. Ma anche la necessità di avere comunque a disposizione il proprio immobile in caso di necessità. Sono diversi i motivi che spingono i proprietari di immobili a tenerli sfitti piuttosto che affittarli, senza dimenticare i costi elevatissimi di eventuali ristrutturazioni per abitazioni vecchie e da sistemare prima di poter essere abitate.

Tariffe agevolate

Le tasse? Non è certo il problema principale viste le tariffe agevolate. «Difficile pensare ad agevolazioni maggiori di quelle esistenti», sottolinea Luisa Ceni, assessore del Comune di Verona che ha anche la delega alle politiche sociali e abitative, «con un canone concordato e una tassazione al 10 per cento, senza contare l’abbattimento dell’aliquota Imu, ecco diciamo che le tasse da pagare non sono certo un deterrente per chi pensa di affittare il proprio immobile, anzi. Il problema è che diventa quasi impossibile rientrare in possesso in caso di inquilini morosi che non pagano quanto dovuto», va avanti Ceni, «continuando invece a pagarsi le spese condominiali, è una normativa che va rivista a livello nazionale. Noi come amministrazione comunale possiamo fare ben poco, c’era un fondo di garanzia negli anni scorsi ma poi è stato chiuso perchè non funzionava. Provare a riproporlo? Vedremo, di certo ripeto i motivi per chi non si affittano le case sono altri: e a queste condizioni le persone scelgono gli affitti brevi, molto meno problematici e ben più redditizi».

Stesso pensiero per i proprietari, come sottolinea Gianfranco Spiazzi, presidente della sezione veronese di Uppi, Unione piccoli proprietari immobiliari. «Sicuramente il rischio di trovare inquilini che non pagano incide parecchio, perchè poi farli uscire dall’abitazione diventa quasi impossibile soprattutto in presenza di minori o di anziani», sottolinea Spiazzi, «di morosi ce ne sono tantissimi, da chi ha perso il lavoro a chi ha altre problematiche, di inquilini sicuri ormai ce ne sono pochi purtroppo», confermando poi come la parte fiscale incida in piccolissima parte. «Diciamo che meno di così non si può, con la tassazione al 10 per cento e la possibilità di pagare l’Imu dimezzata, se si decide di non affittare lo si fa per altri motivi». Anche per l’aumento dei costi di ristrutturazione. «Ci sono molti immobili che hanno bisogno di adeguamenti agli impianti elettrici e idraulici per poter essere affittati, lavori spesso molto costosi che frenano i proprietari».

Lavori costosi

E chi ha un appartamento in ordine o chi può permettersi certi lavori poi decide di prendere altre strade rispetto agli affitti classici. «In tanti scelgono gli affitti brevi o locazioni turistiche, di Airbnb ormai ce ne sono tantissimi anche se quelli più richiesti comunque essere in zone abbastanza centrali e ben tenuti», prosegue il presidente della sezione scaligera dell’Unione dei piccoli proprietari immobiliari, che poi allarga lo sguardo alla questione degli studenti, un altro settore dove la richiesta di posti letto è altissima.

«Anche qui però andrebbe fatta un po’ di chiarezza, il contratto di natura transitoria credo andrebbe rivisto se si tratta di studenti che poi si fermano quattro o cinque anni per completare il periodo di studi, in casi del genere credo che si dovrebbe applicare la legge ordinaria».

Luca Mazzara

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