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ULTRACENTENARIA

Il traguardo di Rosa: taglia una torta con 105 candeline

di Chiara Bazzanella
Rosa Turina, 105 anni abita a San Massimo
Rosa Turina, 105 anni abita a San Massimo
Rosa Turina, 105 anni abita a San Massimo
Rosa Turina, 105 anni abita a San Massimo

Il traguardo del secolo l'ha ormai tagliato da qualche anno. Venerdì Rosa Turina spegnerà 105 candeline, e il fiato per farlo di certo non le manca. Sempre venerdì, il sindaco Tommasi andrà nell'est veronese a omaggiare i 109 anni appena compiuti dalla signora Augusta, che il 20 agosto scorso ha raggiunto forse il primato tra le donne più longeve in città. In tutta Verona le persone con 100 o più anni sono complessivamente 133, in buona parte si tratta di donne, di loro se ne contano ben 111. Fino ai 99 anni il dato demografico è preciso, pari a 79, poi, dal secolo di vita in su, il sistema dell'anagrafe comunale riporta solo il dato complessivo, ma c'è da scommettere che chi ha raggiunto i 105 o persino i 109 anni si conti sulle dita di una o al massimo due mani.

Per quanto riguarda Rosa, la festa con i 6 dei 7 figli - una delle femmine è mancata otto anni fa - si terrà domenica in un ristorante di Mozzecane, ma la data ufficiale della nascita di Rosa è il 26 agosto del 1917. Alle celebrazioni parteciperanno pure i 10 nipoti e i 13 pronipoti, un 14esimo nascerà in novembre. Nata a Roverbella di Mantova, fin da ragazzina la ultracentenaria ha iniziato a lavorare nelle campagne degli Arvedi, la famiglia della villa a Grezzana, che ai tempi aveva della terra pure a Roverbella. Lì ha conosciuto il futuro marito, Silvio Tommasi, originario di Romagnano, frazione appunto di Grezzana. L'amore è scoppiato all'istante, tanto che il 18 novembre del 1933, quando Rosa aveva appena 16 anni, i due si sono sposati per dare subito dopo alla luce Aldo, che ora ha 88 anni. Aldo vive ancora con la madre, a San Massimo e, insieme all'unico fratello maschio, è stato più volte campione di tamburello. La più piccola di casa è invece Claudia, che ha raggiunto i 66 anni. «Dopo il matrimonio i nostri genitori si sono trasferiti dai suoceri, nella zona dei Salvi di San Massimo, verso Lugagnano», racconta la figlia Flaviana. «Si sono trovati a convivere con 18 cognati e nipoti, tutti pronti a lavorare la campagna. Anche per questo ancora oggi la mamma adora stare in compagnia e avere gente intorno».

Dei sette figli avuti con Silvio, solo Flora, la secondogenita, non c'è più. Aldo è l'unico rimasto “signorino”, mentre Ivana, Imelda, Renzo, Flaviana e Claudia hanno sfornato una serie di nipoti. «Mamma e papà hanno lasciato la campagna negli anni '60 e si sono trasferiti a San Massimo», raccontano le sorelle. «Lei faceva la casalinga, mentre papà aveva trovato impiego come manovale. Purtroppo è stato investito in bicicletta senza essere soccorso nel 1967, quando Rosa aveva 50 anni». Fortunatamente i figli più grandi già lavoravano e con l'aiuto dei suoceri e un po' di pensione la famiglia è andata avanti con dignità e grande unione, tanto che ancora oggi vivono tutti tra San Massimo, Lugagnano e Sona. «La mamma è ancora autonoma, cammina e va in bagno da sola, noi figlie la aiutiamo solo nelle pulizie», racconta ancora Flaviana. «Mangia di tutto, le piacciono la polenta e il salame, ma soprattutto i dolci. Prima che iniziasse a soffrire di diabete beveva molta Coca Cola, che ora le è vietata. Ama la musica e non perde occasione per intonare qualche vecchia canzone. Non appena le sente passare alla radio o in televisione, canta le strofe sentite tante volte negli anni '60 e '70. A ballare non c'è mai andata e ora si dà della stupida perché si vergognava, ma le sarebbe piaciuto». Di sicuro l'energia non le sarebbe mancata.

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