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Il popolo dei suoi fedeli «Cari veronesi, fate un bellissimo acquisto»

di dall’inviato a Rieti

Entrano con il volto triste, quasi ancora inconsapevole, i fedeli di Rieti, i preti, le associazioni, i religiosi e le religiose, convocati in cattedrale a mezzogiorno per sentire quell’annuncio che mai vorrebbero sentire. Cioè che il loro vescovo dal 2015, monsignor Domenico Pompili, lascia la diocesi di Rieti e diventa vescovo di Verona. «Non ci crediamo ancora», dice Paola Ronca, del Centro sanitario diocesano. «I veronesi faranno un bellissimo acquisto. Il vescovo è una persona molto alla mano, viene sempre a incontrare le persone e sono convinta che continuerà a farlo». Addirittura c’è stata un petizione, a Rieti, delle autorità amministrative, che hanno chiesto al papa, attraverso la Cei, che Pompili venga lasciato qui. «Per Rieti e per tutta la provincia il vescovo Pompili è stato davvero una persona di grande importanza, per la sua umanità, ma anche per le opere che è riuscito a portare avanti con la gente e con le istituzioni, a tutti i livelli», dice Santino Pezzotti, già sindaco di un paese vicino a Rieti. «Verona è fortunata ad avere un vescovo come lui». Ci sono anche due preti veronesi, nella diocesi di Rieti, don Ferruccio Bellegante e don Carlo Dalla Palma, che descrive Pompili come «uomo di grande umanità, un uomo di Dio, autentico». C’è grande partecipazione da parte della popolazione. La cattedrale si riempie di persone da varie parti della città ma anche della diocesi, come Licia Alonzi, che ha guidato come presidente l’istituto alberghiero di Amatrice, crollato dopo il sisma del 2016. «Per noi è una gran perdita, ma le cose quando sono fatte dagli uomini hanno sempre un percorso difficile e non sempre vediamo realizzato quanto cominciato. Quindi ora, tanto più ad Amatrice, siamo chiamati come cittadini e come persone, che abbiamo vissuto il terremoto da vicino, a prendere in mano la situazione e a completare le opere. Il vescovo è stato l’uomo della speranza e adesso sta a noi portare a termine il lavoro di ricostruzione», dice ancora Alonzi. Anche Gemma Giovannelli, giornalista della Rai Lazio, parla di Pompili come una persona «diretta, capace di parlare alla stampa, ma anche alla popolazione, che soffrirà molto questo distacco. Io ho lavorato alle zone colpite dal sisma del 2016 e posso dire che ha macinato migliaia di chilometri sulla sua auto, che guidava lui, e sappiamo tutti come si sia battuto per la gente, per la ricostruzione, e anche con le istituzioni per rappresentare il distacco che c’era a volte dalla gente e che cosa c’era da fare e non veniva completato», spiega. «È sempre stato molto diretto, schietto, perché a lui prima di tutto interessava e interessa che le cose vengano fatte, soprattutto dopo tante sofferenze». Nei primi banchi, nella cattedrale di Rieti, intitolata a Santa Maria, c’è anche don Guido Todeschini, il fondatore e direttore di Telepace che conosce molto bene il vescovo Pompili e lo ha conosciuto molto tempo fa in quanto Pompili ha operato a lungo nelle Comunicazioni sociali, per la Conferenza episcopale italiana. «Il vescovo monsignor Pompili è una persona di grandi capacità, per quanto riguarda le comunicazioni sociali, ma anche per come ha dimostrato di saper guidare la diocesi e il territorio di Rieti», dice don Guido, che ha subito intervistato Pompili. «Sono contento che diventi il vescovo di Verona. Sarà molto apprezzato dalla Chiesa e dalla nostra gente». «Gli facciamo un grande in bocca al lupo per la sua esperienza a Verona», dice il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, «e lo ringrazio per essere sempre stato per noi un grande punto di riferimento e un sostegno umano e professionale, in questi anni difficili dopo il sisma».•. E.G.

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