<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Fiori

Sul Lungadige sboccia il gladiolus italicus. «Importante lasciarlo fiorire»

Una pianta di gladiolus italicus sbocciato su una area verde di lungadige San Giorgio.
Una pianta di gladiolus italicus sbocciato su una area verde di lungadige San Giorgio.
Una pianta di gladiolus italicus sbocciato su una area verde di lungadige San Giorgio.
Una pianta di gladiolus italicus sbocciato su una area verde di lungadige San Giorgio.

Colori che non ti aspetti a due passi da Ponte Pietra. Come il rosa porpora vantato dal gladiolo dei campi, una pianta sempre più rara. Una piccola colonia è presente nelle aree verdi a scendere verso la riva del fiume Adige di lungadige San Giorgio ed è stata segnalata da Fabio Cortesi, volontario del Wwf veronese Odv.

Il gladiolus italicus, noto anche come spadacciola, può raggiungere il mezzo metro di altezza e deve il suo nome alla somiglianza delle foglie con il gladio, la spada utilizzata dai soldati romani (in latino gladius).

La pianta appartiene alla famiglia delle iridaceae ed è più diffusa nell’Italia meridionale: una caratteristica che le ha dato l’appellativo di italicus. Fiorisce da aprile a maggio e nel passato era considerata una pianta infestante di campi coltivati a grano e foraggio. Nel tempo è divenuta sempre più rara a causa dell’utilizzo di tecniche di diserbo e di lavorazione profonda del terreno che compromettono i bulbi.

Gladiolus italicus
Gladiolus italicus

Trovarla nel centro storico a sfoggiare il suo tipico colore esprime una bellezza della città che si narra anche attraverso i suoi fiori. «Ci sono aree verdi che non dovrebbero essere “rasate” come campi da golf», commenta Cortesi. «Non si tratta di lasciarle crescere sino al loro ingiallimento, ma di lasciarle fiorire. Così facendo si favorisce l’impollinazione e l’emergere di specie di piante importanti come lo sono il gladiolus italicus e le orchidee».

«Quando le aree verdi sono lasciate crescere si genera biodiversità e bellezza», prosegue. «L’erba alta di per sé non è negativa. Si pensi ad aree con assenza di calpestio come nel caso di quelle presenti sui lungadige. Lasciare crescere queste aree verdi e sfalciarle solo dopo aver atteso uno o due mesi significa permettere alle piante di fiorire e germinare. Inoltre, si favorisce la presenza di insetti e si permette a chi vi passa accanto di apprezzare la bellezza dei fiori».

Marco Cerpelloni

Suggerimenti