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L'iniziativa

Giulietta «s-velata»: un flashmob per la libertà delle donne iraniane

La statua è stata prima coperta con un velo nero e poi s-velata dagli attivisti di +Europa
Il flashmob al Cortile di Giulietta
Il flashmob al Cortile di Giulietta
Il flashmob al Cortile di Giulietta
Il flashmob al Cortile di Giulietta

Un flashmob in solidarietà con la rivolta iraniana: ad organizzarlo è stato +Europa, oggi, nel cortile di Giulietta. La statua è stata prima coperta con un velo nero e poi s-velata dagli attivisti del gruppo, così come l’oppressivo regime dell’Iran copre le donne soffocandone diritti, desiderio di giustizia e di una vita serena.

Giulietta velata
Giulietta velata

Tra i promotori dell’iniziativa Anna Lisa Nalin della segreteria nazionale di +Europa, i leader locali Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto, Marina Sorina della comunità ucraina ed Enrico Migliaccio sempre del gruppo veronese ed altri attivisti ancora. Al flashmob hanno partecipato anche alcuni giovani iraniane e iraniani che si trovano a Verona.

Il legame tra Giulietta e le donne iraniane

Il parallelismo con Giulietta è particolarmente simbolico. Alla giovane veronese immortalata da Shakespeare venne impedito di vivere il proprio sentimento d’amore nella guerra tra Montecchi e Capuleti. Alle donne iraniane viene impedito il diritto di vivere il proprio corpo, il proprio essere e quindi una vita libera nella contrapposizione con il regime teocratico, autoritario e repressivo.

In questo modo, il potente desiderio di libertà che arriva dalle strade delle città persiane è stato fatto risuonare anche a Verona, nel Veneto, così come in tante città italiane in cui l’iniziativa sta venendo portata avanti ogni giorno dallo scorso 4 ottobre in avanti: Roma, Milano, Torino, Napoli, Treviso, Padova, Pordenone.

La morte della ventiduenne Mahsa Amini avvenuta il 13 settembre mentre era in arresto a Teheran per non aver nascosto completamente i capelli sotto lo hijab è stata la scintilla che ha fatto esplodere in tutto il Paese manifestazioni di protesta di giovani iraniane e iraniani, affiancati da una parte importante della società civile: una rivolta spontanea, che ogni giorno paga pesanti tributi di sangue. I manifestanti non possono più sopportare l’oppressiva teocrazia degli Ayatollah e rischiano la vita sperando in un futuro più libero. 

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