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Le testimonianze

Francesca: «Minacce e pedinamenti, per me sarebbe potuta finire come per Giulia»

alcuni ragazzi veronesi commmentano l'omicidio di Giulia Cecchettin
Studenti nel cortile del corso di laurea in Ingegneria frequentato da Giulia Cecchettin per un flash mob  contro i femminicidi
Studenti nel cortile del corso di laurea in Ingegneria frequentato da Giulia Cecchettin per un flash mob contro i femminicidi
Studenti nel cortile del corso di laurea in Ingegneria frequentato da Giulia Cecchettin per un flash mob  contro i femminicidi
Studenti nel cortile del corso di laurea in Ingegneria frequentato da Giulia Cecchettin per un flash mob contro i femminicidi

«Sarebbe potuto toccare a me. Ci sarei potuta essere io al posto di Giulia, e quello che le è accaduto mi ha sconvolta, riportando a galla anche il mio trauma».

La storia di Francesca

Sono sincere e piene di consapevolezza le parole di Francesca (il nome è di fantasia), giovane veronese che, a soli 13 anni, ha sperimentato sulla sua pelle un amore malato, distorto, che – dice oggi – le ha tolto dignità facendola sentire prima in colpa, quindi arrabbiata e infine umiliata, per non avere subito capito con chi aveva a che fare.

È solo grazie alle attenzioni di una cara amica che Francesca si è liberata del fidanzatino, di solo un anno più grande, tirando fuori forza e coraggio. «Il primo anno era tutto bello. Aveva comportamenti dolci e affettuosi e anche i miei genitori erano contenti della nostra relazione, racconta la giovane, ora poco più che ventenne.

«Poi ho iniziato a individuare atteggiamenti di intolleranza. Ha iniziato a dirmi come dovevo vestirmi, con chi potevo uscire, ha voluto gli accessi a tutti i miei social e mi forzava persino ad avere rapporti sessuali contro il mio volere per dimostrargli che gli volevo bene. È diventato sempre più pressante, arrivando a schiaffeggiarmi fino a farmi cadere a terra. Sono arrivata al limite quando ha iniziato a minacciarmi via chat. Ed è solo grazie a queste conversazioni scritte che anche i miei genitori, inizialmente increduli e contrari al fatto che lo volessi lasciare, si sono convinti che era una persona completamente diversa da come appariva».

Quando Francesca ha deciso di chiudere la relazione, il ragazzino ha continuato a insistere, iniziando a pedinarla. «Mi seguiva al parco, per strada, e vivevo nella paura. Ci è voluto del tempo perché smettesse e io sono rimasta a lungo sfiduciata. Non volevo più relazioni, non mi fidavo. Oggi, per fortuna, sto da tre anni con un ragazzo che mi rispetta in tutto, non mi controlla, e mi affianca lasciandomi libera. Mi chiedo ancora come sia potuto accadere, come mi sia potuta lasciare plasmare e umiliare. La responsabilità grande è della famiglia, di chi tramanda valori di prevaricazione e invita i propri figli a dominare le loro compagne, a pretendere rispetto utilizzando la violenza e seminando la paura».

Le paure

Molte giovani donne, intervistate, confermano di essersi sentite in pericolo più di una volta durante incontri da cui è scaturita un'iniziale simpatia che ha fatto emergere comportamenti ambigui e “soffocanti”. Altre sono state messe di fronte ad atti osceni, spesso sui treni, o comunque hanno ricevuto battute poco rispettose e apprezzamenti spinti.
Eppure le generazioni più giovani sono fiduciose, si sentono alla pari tra generi diversi. Anzi, iniziano a non porre più accento proprio sulla parola genere intesa come differenza che crea disparità. «Dipende molto dai genitori», dice Leonardo, studente liceale. «Mio padre mi ha abituato al rispetto, ma molti sminuiscono ancora la donna e forse a scuola, invece di parlarci sempre di bullismo, dovrebbe essere affrontato di più questo tema. Si pensa che la parità sia scontata, ma non è così».
«Credo che il concetto della donna sottomessa sia superato», dice uno studente di 17 anni del Ferraris. «A scuola b vanno meglio, si applicano di più. Forse bisognerebbe stare attenti quando a un giovane mancano le relazioni sociali, fuori dalla coppia. Potrebbe essere un campanello d'allarme che qualcosa non va.

 

Chiara Bazzanella

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