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La tragedia del 13 settembre 1943

Forte Castelletto, il boato che spezzò la vita di decine di bambini, donne e anziani

Il 13 settembre 1943 37 persone morirono sulle colline sopra Verona nell'esplosione di materiale lasciato in un forte dopo l'armistizio della Seconda Guerra Mondiale
Anniversario scoppio del forte di Castelletto (foto Bicego)

Ottanta anni fa come oggi, 13 settembre: un boato spezzò la tranquillità delle colline sopra Verona. Era un lunedì, dell’anno 1943, quando intorno a mezzogiorno un’esplosione distrusse il Forte Castelletto, sui monti tra le frazioni di Cancello e Moruri, nel comune di Verona.

La deflagrazione arrivò a travolgere sotto le macerie molte persone, tanto che le vittime accertate furono 37. Soprattutto donne, anziani e bambini: la più giovane, Elsa Masenelli, aveva appena 8 anni; il più anziano, Filippo Piccoli, 89.    

 

La storia di Forte Castelletto

Vetri per le finestre, sacchi di cotone che contenevano l'esplosivo da usare come lenzuola, casse di lamiera zingata per costruire ricoveri per fieno o animali. Tutti materiale che la povera gente, ignara dei rischi, andava a ricercare nella fortificazione costruita tra il 1885 e 1889 a difesa dei confini con il Trentino assieme agli avamposti di San Briccio, Santa Viola e Masua. 

Ampliato tra il 1900 e il 1904, nel periodo tra le due guerre, il forte era adibito a deposito di materiale esplosivo, come munizioni e balistite. Rimasto incustodito dalla guarnigione militare che lo presidiava, nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre fu distrutto in uno scoppio dovuto probabilmente a cause accidentali.

Per recuperare le lamiere e il lino contenente la balistite, cioè la polvere da sparo dei cannoni, questa veniva gettata incautamente su pavimenti, scalinate d'accesso e nel fossato esterno dove era di continuo calpestata da quanti erano accorsi in quel luogo per curiosità o per recuperare qualcosa di utile da portare a casa. 

 

La memoria delle vittime di Forte Castelletto

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si costituì spontaneamente a San Rocco di Piegara (Roverè) un Comitato di familiari delle persone scomparse. Furono proprio questi cittadini, assieme a un gruppo di ex reduci e combattenti, a decidere di costruire, negli anni Cinquanta, una piccola chiesa intitolata alla Madonna Addolorata sulle macerie della fortificazione. 

Nel 1993, in occasione del 50° Anniversario, il Comitato collocò un masso di rosso ammonitico con una targa al centro della voragine scavata nella collina dalla violenza della deflagrazione “A ricordo delle vittime, a monito per i posteri”.

Qui ogni anno, in corrispondenza dell’Anniversario, viene celebrata una Messa grazie anche alla disponibilità dei Gruppi Alpini di San Rocco, Moruri e Montorio.

Marta Bicego

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