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la polemica

Fondazione San Zeno
e Biblioteca Vivente:
ecco di cosa si tratta

Il caso al Tocatì
L’ingresso a una delle precedenti edizioni della Biblioteca vivente
L’ingresso a una delle precedenti edizioni della Biblioteca vivente
L’ingresso a una delle precedenti edizioni della Biblioteca vivente
L’ingresso a una delle precedenti edizioni della Biblioteca vivente

Cancellata dunque la «Biblioteca vivente» dal Tocatì: avrebbe ospitato persone che raccontano le proprie storie di discriminazioni e pregiudizi subiti. Con titoli, tra gli altri, come «Diversamente amare», «Lesbica e va bene così» o «Mio figlio gay».

Un format del Consiglio d’Europa, la Biblioteca vivente, creato per rompere stereotipi e pregiudizi. Che non è andato giù, però, tanto più all’interno del Tocatì inteso come manifestazione per bambini e famiglie, anzitutto al Popolo della Famiglia. Cioè il movimento di area cattolica nato sulla scia del Family Day, guidato a Verona da Filippo Grigolini, ma anche all’Amministrazione del sindaco di centrodestra Federico Sboarina, che ieri è nuovamente intervenuto per precisare di essere contro la discriminazioni, ma anche per dire come l’iniziativa non fosse in linea con il festival dei giochi di strada Tocatì.

La «Biblioteca vivente» l’ha promossa la Fondazione San Zeno - fondata 18 anni fa dall’imprenditore Sandro Veronesi, presidente del Gruppo Calzedonia - che eroga e destina contributi a enti e associazioni che intraprendono progetti di scolarizzazione, formazione umana e professionale, lavoro in Europa, Asia, Africa e America Latina.

Alla Fondazione viene destinato ogni anno il 3% del ricavato delle vendite di ottobre e novembre dei negozi italiani del Gruppo Calzedonia. A Verona ha contributo a costruire il Centro polifunzionale Don Calabria, in Borgo Milano, al progetto di scolarizzazione per immigrati, del Cestim, a percorsi di inclusione sociale con la Rete Tante Tinte, e ad altre attività promosse dal Comune. E ieri, in un duro post su Facebook la Fondazione ha scritto tra l’altro: «Volevamo affrontare il tema pregiudizi e ne siamo stati vittime».

 

Enrico Giardini

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