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lavori e polemiche

«Filobus, irrealistico finire il cantiere a giugno»

Lo dicono gli architetti Gian Arnaldo Caleffi, ex assessore nella giunta Tosi, e Filippo Bonini, con Vincenzo Vasapolli, portavoce, con Luciano Rebonato e il farmacista e già consigliere comunale tosiano Marco Bacchini.
Il cantiere Ai lati le due «spalle» che risalgono ai lavori per Italia 90 e che sono risultate deteriorate FOTO MARCHIORI
Il cantiere Ai lati le due «spalle» che risalgono ai lavori per Italia 90 e che sono risultate deteriorate FOTO MARCHIORI
Il cantiere Ai lati le due «spalle» che risalgono ai lavori per Italia 90 e che sono risultate deteriorate FOTO MARCHIORI
Il cantiere Ai lati le due «spalle» che risalgono ai lavori per Italia 90 e che sono risultate deteriorate FOTO MARCHIORI

I lavori continuano, le polemiche anche. Anzi, aumentano. Vinitaly in corso con il sottopasso di via Città di Nimes - nell’ambito dei cantieri dei filobus - ancora chiuso, visto che l’apertura, comunque provvisoria, prevista per il 10 aprile è saltata è un ammasso di sbarre di acciaio di una paratia sotterranea costruita per i Mondiali di Italia ’90, ormai instabili, emerse durante gli scavi. Al punto da creare problemi alla staticità dell’area.

Il che - hanno detto Amt3, stazione appaltante della filovia, e Comune anche respingendo i primi attacchi politici dopo la mancata riapertura - richiederà due settimane di lavori aggiuntivi. La circolazione dunque, secondo il nuovo cronoprogramma, che sarebbe stata definitivamente ripristinata da fine maggio, lo sarà invece da metà giugno.

Sicurezza

La necessità di intervenire per consolidare le strutture riguarda anche la sicurezza dei lavoratori nel cantiere, come detto dai tecnici. Come detto, però, c’è chi contesta il modo di procedere. Come l’Associazione Giuseppe Barbieri - attiva in analisi e suggerimenti a sostegno della pubblica amministrazione - che con rilievi tecnici considera i ritardi «non giustificabili dalla sorpresa dell’ammaloramento dei pali conficcati nel terreno del 1990».

Lo dicono gli architetti Gian Arnaldo Caleffi, ex assessore nella giunta Tosi, e Filippo Bonini, con Vincenzo Vasapolli, portavoce, con Luciano Rebonato e il farmacista e già consigliere comunale tosiano Marco Bacchini.

In via Città di Nimes sul tratto sopra il cantiere, Caleffi - sulla sorpresa rilevata da Comune e Amt3 il 25 marzo - spiega che «è evidente che l’ammaloramento fuoriesce dal sottosuolo. Allora: chi non ha controllato per tempo?», dicono, rilevando in loco «un demolitore all’opera. Sta demolendo una porzione dei pali del 1990, quindi non si tratta di realizzare un semplice consolidamento di strutture ammalorate, ma di sostituirle, costruendone altre al loro posto».

Quanto alla consegna dei lavori entro giugno «fra demolizione dei vecchi pali, casseratura dei nuovi, armatura e getto del calcestruzzo, collaudo statico e finiture, l’obiettivo di finire a giugno è irrealistico».

Sui lavori mancanti «la vista del cantiere è impietosa: si vede che ci sono tombini privi di collegamento, quindi manca il completamento dei sottoservizi. Ammaloramento a parte, la frottola della consegna al 10 aprile è stata smascherata, non ci sarebbero state comunque le condizioni per asfaltare la corsia principale».

Il progetto

Ma che cosa prevede il progetto per la finitura delle palificate, anche di quelle degli anni ’90? Se lo chiede Caleffi, rimarcando che «se non si coglie l’occasione per intervenire ora con i sottopassi inagibili, quando verrà un’occasione migliore? E perché il presidente di Amt3 non ha perorato l’idea della copertura del canale Camuzzoni prima di eseguire lo scavo per il sottopasso quando il 2 gennaio 2023 gliela presentammo? A quest’ora la copertura ci sarebbe, il traffico sarebbe deviato su di essa e lo scavo potrebbe avvenire in sicurezza». Interpellati, Comune e Amt3 non replicano.

Enrico Giardini

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