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Filobus, accordo difficile
per far partire i lavori

La strada del filobus è ancora in salita. A «viaggiare» ininterrottamente sono solo le discussioni nelle infinite riunioni tecniche dove la stazione appaltante Amt, le imprese incaricate dei lavori e le aziende pubbliche interessate stanno faticosamente cercando un’intesa che possa finalmente sbloccare i cantieri. Ma in tutto questo la notizia positiva è che, a detta dei responsabili dell’Amt, l’analisi delle problematiche sul primo stralcio, dalla stazione ferroviaria a Verona Sud, è stata completata. E da lì, quindi, si potrebbe partire.

Di «opera in alto mare con tracciati ancora da definire e progettazioni mancanti» parla tuttavia il capogruppo del Pd Michele Bertucco.

«Fra una settimana, come fra quindici giorni... difficile fare previsioni». Uno degli addetti ai lavori risponde così alla richiesta di una previsione su una partenza dei cantieri veri e propri. La stessa frase che ci si sente dire da settimane. Solo il presidente dell’Agsm Fabio Venturi azzarda una sorta di data. «Mi auguro», afferma «che entro l’estate i cantieri possano finalmente partire, dal momento che in Zai e a Verona Sud i lavori propedeutici al filobus sono già stati fatti». In questa partita l’Agsm, che gestisce il maggior numero di sottoservizi, dal teleriscaldamento, al gas alla fibra ottica, fino alle linee elettriche, ha infatti un ruolo di primo piano. E lo stesso Venturi ammette le tensioni sulle soluzioni tecniche ai problemi delle «interferenze» sul tracciato. «Ma sicuramente», aggiunge Venturi, «non siamo noi a bloccare o ritardare l’opera». E sulla questione sottoservizi, assicura: «Problemi particolari finora non ne sono emersi, se sarà necessario interverremo in fase di cantiere».

L’elemento di maggior frizione, a livello tecnico, pare sia la necessità di incrementare gli impianti di illuminazione pubblica lungo il percorso del filobus. E soprattutto chi dovrà sostenere i costi di tali opere non previste. L’unico intervento «sul terreno» vistosi finora è stato quello, partito in zona Stadio, dei disegni sull’asfalto con bombolette spray dei punti in cui si scaverà per piantare i piloni di sostegno dei cavi che forniranno energia elettrica alle «bretelle» del filobus scaligero. Si tratta della fase preliminare di verifica sulla presenza nel sottosuolo di tubature e cavi che possono interferire con il tracciato e che dovranno essere spostati.

Per quanto riguarda il primo tratto del tragitto, con Palazzo Barbieri è già stato concordato un calendario di massima che tenga conto anche di tempi e modalità di intervento per non interferire con partite e mercati settimanali. I tavoli tecnici, l’ultimo dei quali svoltosi nella mattinata di ieri, si stanno ora occupando del secondo tratto: dalla stazione di Porta Nuova a Borgo Venezia passando dall’ospedale di Borgo Trento. Un tratto, ancora mancante di progetto esecutivo, in cui non mancano di certo i nodi, primo fra tutti la strettoia di via San Paolo, a Veronetta, che probabilmente richiederà l’abbattimento di parte di alcuni fabbricati.

Enrico Santi

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