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DEPOSITATI SIMBOLI ED ELENCHI

Elezioni politiche, 38 liste: parte la corsa dei veronesi

Il palazzo di Montecitorio: il nuovo parlamento si riunirà in ottobre
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Sono state 38, di cui 19 alla Camera e 19 al Senato le liste depositate tra domenica e ieri sera, alle 20, alla Corte d’Appello di Venezia, per le elezioni politiche del 25 settembre. I nominativi riguardano sia i collegi uninominali, di Camera e Senato, dove si vota con il sistema maggioritario, sia quelli plurinominali, dove si vota con il sistema proporzionale.

Veronesi al voto Anche Verona e il Veneto si preparano a questa campagna elettorale lampo, di meno di un mese, cominciata in pieno clima “balneare” o montano, a seconda delle località di vacanza. Verona città, tra l’altro, come del resto 12 Comuni veronesi, erano appena andati al voto per le amministrative, in città il 12 e il 26 giugno, vinte dal sindaco Damiano Tommasi. Mancati i numeri in Parlamento al governo Draghi, dunque, ecco una nuova corsa alle urne.

Partiti e liste Dal centrodestra al centrosinistra, in coalizione, ciascuno con quattro partiti, al Terzo polo Azione Calenda-Italia Viva Renzi, fino al Movimento 5 Stelle, a Italexit e ad altri movimenti e liste, si accende la sfida per rinnovare il Parlamento. Il quale, da questa legislatura, sarà composto da un terzo in meno di parlamentari. Saranno in totale 600, di cui 400 deputati alla Camera e 200 senatori. Nella provincia di Verona i parlamentari uscenti erano 16, di cui quattro senatori e 12 deputati, anche se una, Alessia Rotta, del Pd, era stata eletta in Toscana.

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Controlli Le liste depositate ieri a Venezia verranno sottoposte ora a tutte le verifiche e, a fronte di contestazioni o alla richiesta di portare documentazioni integrativa, ci saranno 48 ore di tempo dall’atto della notifica per presentare eventuali ricorsi. In ogni caso tra oggi e domani sera si saprà quali saranno le liste ammesse definitivamente alla competizione del 25 settembre. E tra le liste ce n’è una, quella di Forza Nuova per la Camera, che non è stata accettata per la presenza del simbolo di Apf all’interno di quello più grande del partito e alla necessità che, per questo, si dovessero raccogliere delle firme per presentare le candidature, visto che Apf non ha un gruppo parlamentare e quindi, appunto, dovrebbe raccogliere firme. Si vedrà, dunque, l’esito del ricorso.

Collegi Verona è nella circoscrizione elettorale Veneto 2. Per quanto riguarda la Camera, i collegi uninominali sono due, quello di Verona e della parte alta della provincia, e quello di Villafranca e della restante parte. Il collegio Camera plurinominale Verona, invece, coincide con l’intera provincia di Verona. Per quanto riguarda invece il Senato, il collegio uninominale coincide con l’intera provincia di Verona, mentre quello plurinominale è ben più vasto essendo formato dalle province di Verona, Vicenza e Padova. Nei collegi uninominali, e questo vale per l’intero territorio nazionale, si eleggono un terzo dei parlamentari. Gli altre due terzi si eleggono invece nei collegi plurinominali. Nell’uninominale, dove si vota con il sistema maggioritario, nella scheda l’elettore troverà il simbolo della coalizione e il nome, già scritto. Vince, in quel collegio, chi prende di più. Nel plurinominale, invece, con il proporzionale, il calcolo avviene su scala nazionale, con un complesso meccanismo che comprende anche i resti percentuali.

Preferenze Ogni simbolo di partito, sia alla Camera che al Senato proporzionale, ha collegato un listino di massimo quattro candidati. In base al risultato della lista, come detto calcolato su scala nazionale, passano uno o più candidati e ovviamente il più favorito è il capolista e poi si scende. Attenzione, però: nel proporzionale non si esprimono preferenze e quindi l’elezione di un candidato dipende solo dal risultato della lista. Alcuni candidati, anche nel Veronese, lo sono sia nell’uninominale sia nel proporzionale. Nel caso venissero eletti nell’uninominale, dunque, opterebbero per quello, lasciando così aperte delle chance agli altri tre candidati del listino, ovviamente con maggiori possibilità per il secondo. E così via via a scendere.

Sfidanti Si vedrà, dunque, come procederà la sfida elettorale, una volta che saranno definite del tutto le squadre di partenza. Nel Veronese la coalizione di centrodestra, formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, partirebbe con un certo vantaggio visto l’orientamento prevalente della provincia scaligera, a centrodestra. Anche se a Verona città ha appena vinto il centrosinistra e il mondo civico di Tommasi. Il Pd a livello nazionale è alleato con Sinistra Italia-Europa Verde, con + Europa e con Articolo 1, oltre che con Insieme per il futuro, il partito di Luigi di Maio. Il Terzo polo, quello di Calenda e Renzi, proverà a inserirsi nella battaglia, tanto più in una Verona e in un Veneto moderati. Per tentare appunto di arrivare a un nuovo fronte centrista. Il Movimento 5 Stelle, poi, fa parte della partita. Un mese, solo un mese. E poi l’Italia avrà il nuovo Parlamento.•.

Enrico Giardini

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