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Buone pratiche e marketing

Dai supersconti serali ai sacchetti antispreco: operazioni «salva cibo» nei supermercati

Iniziò Rossetto dieci anni fa, oggi sono diffuse le iniziative di recupero e le donazioni al Banco Alimentare
Volontari del Banco Alimentare raccolgono merce nei supermercati
Volontari del Banco Alimentare raccolgono merce nei supermercati
Volontari del Banco Alimentare raccolgono merce nei supermercati
Volontari del Banco Alimentare raccolgono merce nei supermercati

Pioniera in provincia è stata l’insegna della grande distribuzione organizzata Rossetto. Poi via via si sono allineati i discount nazionali, per lo più con sede nel Veronese, e anche l’industria alimentare locale, che ha cominciato a sfruttare canali di vendita alternativi per commercializzare le eccedenze o le merci vicine a scadenza. L’imperativo per tutti è ridurre lo spreco alimentare, in linea con l’esigenza di risparmio delle famiglie e con una sensibilità sempre più diffusa contro il “no waste“.

Le eccedenze sono originate dal sistema stesso del largo consumo: negli stabilimenti accade che le produzioni siano superiori agli ordinativi, realizzate per ottenere economie di scala, o che le vendite siano inferiori alle aspettative, in particolare in caso di operazioni a premi, formati speciali o offerte a tempo, oppure ancora che le etichette siano sbagliate o che gli imballaggi risultino superati. D’altra parte spesso i retailer acquistano quantità superiori al vendibile solo per ottenere maggiori contributi dai fornitori. Tutte queste situazioni possono generare grandi quantitativi di merce ferma nei magazzini di imprese alimentari e Gdo. Prodotti ancora buoni e sicuri, che rappresentano un costo e che le aziende di produzione o commercializzazione devono smaltire per coprire, almeno in parte, gli oneri fissi.

«Salva cibo» e marketing

Succede così che industrie e retailer si ingegnino per trovare i canali opportuni, trasformando le iniziative “salva cibo” in operazioni di marketing che fanno leva sulla sensibilità antispreco del consumatore. Il tutto con grande soddisfazione dei clienti, che - come emerge da diverse ricerche – preferiscono rinunciare a carte fedeltà, raccolte punti, volantini, promozioni e pubblicità pur di spendere di meno in cassa.

Nel Veronese, il gruppo Rossetto ha bruciato tutti sui tempi. «Una decina di anni fa – afferma l’ad, Lorenzo Rossetto – abbiamo lanciato una promozione che chiamiamo Ultima Ora e scatta appunto nell’ultima fascia di apertura serale da lunedì al sabato. Riguarda pane fresco, polli allo spiedo, pesce fritto, brioches e paste fresche di nostra produzione con uno sconto alle casse del 30% fino ad esaurimento scorte, per eliminare gli sprechi e per offrire una ulteriore occasione di risparmio al nostro cliente».

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Iniziative anti-spreco

L’iniziativa non conosce crisi. La catena veronese Tosano, uno dei retailer più performanti d’Italia (19 ipermercati per oltre 1 miliardo di fatturato), da sempre pratica la filosofia dei prezzi bassi tutti i giorni per i suoi assortimenti record di ogni marca, e in parte per quei prodotti scontatissimi provenienti da stock che oggi è di moda chiamare “anti-spreco”.

Carrefour o Coop dimostrano invece il loro impegno no waste scontando del 30-50% i prodotti freschi vicini a scadenza.

I sacchetti della frutta

Il successo più recente è targato Lidl Italia, con casa madre in Germania, direzione generale ad Arcole e ricavi tricolore a 5,8mld nel 2021 (ultimo dato disponibile). Questa estate l’insegna ha lanciato la vendita dei “sacchetti antispreco”, preparati quotidianamente dallo staff dei singoli punti vendita, 730 sul territorio nazionale. Ogni sacchetto contiene 4 chili di frutta e verdura da comprare al prezzo fisso di 3 euro, con un significativo risparmio sulla spesa.

Il numero di sacchetti confezionati varia a seconda della disponibilità giornaliera di merce idonea per supermercato. «Siamo molto soddisfatti dell’apprezzamento riscontrato tra i nostri clienti, segno di una sensibilità sempre più diffusa verso questi temi», dice Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia. I sacchetti rientrano nel programma “Too Good To Waste” lanciato dalla catena nel 2019, che prevede l’applicazione di sconti mirati per incentivare la vendita della merce vicina a scadenza. Molto viene anche donato in collaborazione con Fondazione Banco Alimentare Onlus.

Le organizzazioni caritatevoli sono destinatarie anche delle eccedenze alimentari di Gruppo Aldi, che dal 2018, anno del suo arrivo in Italia, con base a Verona, ha scelto di collaborare con Banco Alimentare, il quale fa da tramite per la raccolta e la consegna alle associazioni. Impegnati nella lotta antispreco sono anche i grandi brand dell’alimentare, che si affidano pure alle vendite digitali da applicazione mobile.

La app

A dimostrarlo ad esempio è il successo dell’app Too Good To Go (troppo buono per essere buttato) che nei box dispensa multiprodotto, acquistabili con moneta elettronica e consegnati gratuitamente, fa spazio alle eccedenze dei grandi marchi italiani, da Mutti a Venchi, da Scotti al brand veronese Bauli, che vende così merendine e biscotti overstock a prezzi ribassati.

Valeria Zanetti

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