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NUOVA ONDATA

Covid, centinaia i contagiati «fantasma» negativi per i test fai-da-te o non dichiarati

Un tampone
Un tampone
Un tampone
Un tampone

Per il report regionale i positivi al Covid nel Veronese sono suppergiù 7.700. Ma i dati ufficiali rischiano di essere ben distanti da quelli reali. Potrebbero esserci più casi rispetto a quelli che, ogni giorno, vengono annunciati attraverso il bollettino congiunto dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. È questo il timore degli esperti, che lanciano l’allarme sui positivi «fantasma», nascosti in giro: persone risultate negative ai non sempre attendibili test fai-da-te oppure con un contagio autodiagnosticato ma non notificato al servizio di igiene e prevenzione, in altre parole tenuto nascosto, forse per non mettere a repentaglio i programmi per l’estate.

 

Anche così si spiegherebbe la brusca risalita dei contagi delle ultime settimane, che è sì legata alla estrema contagiosità delle nuove varianti Omicron 4 e Omicron 5, ma cozza con la teoria secondo la quale l’estate sarebbe acerrima nemica del virus. «Si dichiarano ufficialmente circa 40mila casi in Italia, ma ho il timore che siano quasi il doppio», afferma il professor Ercole Concia, infettivologo, già titolare della cattedra di Malattie infettive e tropicali all'università di Verona. «Lo dico», prosegue, «perché si eseguono molti meno tamponi di prima, ma pure perché ho notato la mancanza di senso civico in alcune persone. Per esempio ne conosco una che domenica è andata a votare pur essendo positiva. Va bene il tampone fai-da-te, sebbene io abbia tutti i dubbi del mondo su questo tipo di test, però ci vuole coscienza civica: se si alberga il virus, si deve stare a casa. Si tratta di una settimana, dieci giorni al massimo. Bisogna farlo per rispetto del prossimo».

 

Al momento l’impatto sui ricoveri sembra contenuto rispetto ad altre ondate. Ma se i contagi si moltiplicano, per la legge dei grandi numeri non potranno che crescere anche i ricoveri e i decessi. Per questo i sanitari non smettono di consigliare la prudenza. «Se si va al supermercato da soli alle otto di mattina si può anche fare a meno di indossare la mascherina, mentre in tutte le situazioni in cui i dispositivi di protezione sono fortemente raccomandati, ma non obbligatori, sarebbe meglio continuare a utilizzarli».

 

Vero è che da quando il Governo ha allentato le misure restrittive, è calata l’attenzione su quelle buone pratiche che avevano permesso di arginare i contagi: «Ma dire che questa recrudescenza ce l'aspettavamo, sarebbe una bugia», sottolinea Concia. E continua: «Eravamo tutti convinti che i casi sarebbero calati, com’erano calati l'anno scorso e due anni fa con l’arrivo della stagione estiva. Qui i problemi sono due. Da un lato queste ultime varianti molto contagiose, anche se meno pericolose sul piano clinico. Dall’altro i vaccini, che proteggono ancora dalla gravità della malattia e dai ricoveri, sul fronte della contagiosità coprono la metà rispetto alla partenza della campagna vaccinale. Ho presente una tabella dell’Istituto superiore di Sanità secondo la quale, ora, si infettano allo stesso modo i vaccinati e i non vaccinati. Alla luce di questo, il liberi tutti scattato qualche settimana fa è stato un po’ azzardato».

Laura Perina

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