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codice rosso

Legata con la corda e chiusa in casa dal compagno geloso: lui patteggia un anno e mezzo

Le controllava il telefono, seguiva ogni movimento e rispondeva agli sms fingendo di essere lei. Ora l'uomo ha frequentato e concluso il percorso mirato al recupero e al controllo della rabbia e per questo ha potuto patteggiare
Compagno geloso: le controllava il telefono e l’ha tenuta legata con una corda
Compagno geloso: le controllava il telefono e l’ha tenuta legata con una corda
Compagno geloso: le controllava il telefono e l’ha tenuta legata con una corda
Compagno geloso: le controllava il telefono e l’ha tenuta legata con una corda

Ossessionato dalla gelosia. Ossessionato dall’idea di perderla. Ed è arrivato a legarla alla caviglia con una corda in modo che non potesse uscire quando lui non c’era.

Ha frequentato e concluso il percorso mirato al recupero e al controllo della rabbia e per questo ha potuto patteggiare un anno e mezzo.

Ha risarcito anche l’ex compagna, che ha tre anni più di A.C., classe 1991, e che non poteva avvicinare. Dopo la denuncia infatti il gip gli aveva fatto divieto di comunicare in qualsiasi modo con la donna.

Codice rosso

Una vicenda di quotidiana prevaricazione, in cui il rapporto di coppia è stato alterato al punto da diventare per lei, 35 anni, un circolo vizioso. E pericoloso.

Perché il trentenne che vive in provincia aveva la necessità di controllare ogni cosa, verificava i luoghi in cui andava e si era fatto consegnare il cellulare non solo e non tanto per verificare i contatti della compagna, fingeva di essere lei e rispondeva ai messaggi di amici e conoscenti al posto suo.

Una sovrapposizione insopportabile che è arrivata a limitare la libertà di movimento di lei. Che, come poi denunciò, veniva punita.

Tirate di capelli, botte e in un’occasione le puntò il coltello alla gola.

La corda

Stalking, violenza privata e lesioni le accuse e in maggio dello scorso anno l’ossessione si trasformò in dominazione: la chiuse in casa per quattro giorni, dal 18 al 21, e per impedirle di muoversi prese una corda, gliela assicurò alla caviglia e la legò. Non poteva muoversi se non in uno spazio limitato.

Il 23 maggio la donna, con la scusa di dover recarsi al lavoro riuscì a uscire di casa, andò dai carabinieri e denunciò ogni cosa. Forse non è stato facile ma era l’unica possibilità che aveva per riprendersi la sua vita. 

Fabiana Marcolini

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