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La pandemia

Covid, Tacconelli: «Ormai è inutile l’isolamento degli asintomatici»

Evelina Tacconelli
Evelina Tacconelli
Evelina Tacconelli
Evelina Tacconelli

Ridurre il numero di giorni di isolamento per i positivi asintomici. Distinguere i semplici tamponi positivi dai pazienti che effettivamente hanno malattie legate al Covid 19. E ancora: riorganizzare gli ospedali, nel caso in cui si continui a fare tamponi a tutti, prevedendo stanze Covid in ogni reparto. Sono alcune delle misure più urgenti per far fronte a questa nuova ondata di contagi, secondo Evelina Tacconelli, direttrice dell'unità operativa complessa di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Temi su cui sono in corso riunioni e confronti anche al ministero della Salute, come spiega Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità. «Sono in itinere incontri tecnici per capire come affrontare questa nuova ondata e come prepararsi a un'eventuale recrudescenza in autunno», osserva Lanzarin.

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«Ovviamente gli scenari sono cambiati rispetto a due anni fa, dunque anche le regole di gestione vanno rimodulate. È giusto affidarsi agli esperti della parte clinico-sanitaria affinché loro valutino eventuali esigenze e gli opportuni provvedimenti». In merito all'ondata in corso, secondo la Tacconelli, c'è un problema di comunicazione dei dati. «La frase “aumentano i ricoverati con Covid” è la stessa di un anno fa, ma la valenza è diversa ed è difficile farlo recepire», spiega. «In pronto soccorso arrivano pazienti con ogni genere di malattia, che hanno appena subito un infarto o fatto un incidente, e a tutti viene fatto il tampone: è vero che il numero di ricoveri di positivi è in aumento, ma va precisato che la percentuale di persone che finisce in ospedale per problemi respiratori legati al Covid rappresenta oggi nemmeno il 5-10 per cento del totale dei nuovi ricoverati». Secondo la Tacconelli, comprendere e assimilare questo dato è fondamentale anche per la gestione generale del virus. Di qui, la proposta che si sta sollevando da più parti di ridurre il numero di giorni di isolamento obbligatorio per i positivi asintomatici, che attualmente è di sette giorni per chi ha già ricevuto la dose booster di vaccino. Una proposta su cui concorda anche la direttrice dell'unità operativa complessa di Malattie infettive, che già si era detta perplessa sull'opportunità di somministrare una quarta dose di vaccino. «Il motivo per cui si dava indicazione di fare isolamento in caso di tampone positivo era per evitare il più possibile la trasmissione della malattia», spiega Tacconelli.

«Se mi avessero posto la stessa domanda sei mesi fa, avrei risposto in modo diverso, ma oggi l'impatto clinico del Covid è molto meno importante. Inoltre, non sono previste misure anti-Covid all'esterno, quando si fa la spesa, si va a cena o si sta con amici, come ad esempio la mascherina. Dunque è inutile isolarsi se si è asintomatici. L'isolamento ha senso in un piano di prevenzione complessivo, altrimenti è come svuotare l'oceano con un secchiello». Ovviamente, come sottolinea la direttrice dell'unità operativa complessa di Malattie infettive, misure diverse vanno prese per le categorie di persone considerate fragili: «Anziani e immunodepressi vanno tutelati ed è opportuno che continuino a usare la mascherina». Il dibattito a Roma è acceso. «La Regione Veneto sta già discutendo di questi aspetti a livello centrale», prosegue Tacconelli. «È urgente fare delle scelte. Il motivo per cui gli ospedali vanno in crisi non è la gestione del Covid, ma il fatto che non ci sono sufficienti stanze singole o doppie per accogliere i pazienti positivi», prosegue Tacconelli.

«Se si continua a fare tamponi a tutti i pazienti, gli ospedali vanno riorganizzati. Non si può avere un reparto Covid con diecimila specializzazioni interne, perché altrimenti a farne le spese è il paziente. Ogni reparto deve venire dotato di stanze per i pazienti positivi al Covid, in modo che questi possano continuare a ricevere le cure per la patologie che hanno portato al ricovero».

Manuela Trevisani

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