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Verona

Granite, wurstel e anguria: il Chiosco di San Zeno cambia gestione ma resiste al tempo che passa

di Chiara Bazzanella
Prosegue la storia ormai ottuagenaria del punto vendita all'incrocio tra circonvallazione Maroncelli e via Porta San Zeno
A sinistra una foto storica del chiosco, a destra Nicola Morana e l'ex titolare Giovanni Caldari
A sinistra una foto storica del chiosco, a destra Nicola Morana e l'ex titolare Giovanni Caldari
A sinistra una foto storica del chiosco, a destra Nicola Morana e l'ex titolare Giovanni Caldari
A sinistra una foto storica del chiosco, a destra Nicola Morana e l'ex titolare Giovanni Caldari

Le storiche granite, fatte con i pezzettoni di ghiaccio tanto amate dai bambini, continueranno a essere servite. Idem i wurstel di Norimberga, consegnati direttamente dalla Germania, e le succose fette di anguria estive.

Il Chiosco di San Zeno cambia gestione

Il Chiosco di San Zeno, all'incrocio tra circonvallazione Maroncelli e via Porta San Zeno, cambia gestione, con una squadra di giovani soci che vivono tra il quartiere e Borgo Milano. L'obiettivo è sollevare le saracinesche già sabato 11 maggio, in vista dell'inaugurazione ufficiale a suon di musica fissata per il 18 maggio alle 18.

Lo scorso 17 aprile la proprietà è passata di mano da Giovanni Caldari, meglio conosciuto come Vanni o «Boresi», a Giuseppe Lovati e il socio gestore, Nicola Morana.
Nato nel '46 come casetta in cui trovare bibite e gelati, il chiosco ha passato quattro gestioni, ma i suoi 78 anni di età lo hanno ormai consacrato a locale «indistruttibile» dal tempo, marchiato da una targa che ne convalida la storicità. «Di storico c'è tutto nel chiosco, persino i ciottoli di sassi raccolti nell'Adige per essere impastati con il cemento e i mattoni nel dopoguerra», racconta Caldari, mostrando la foto dell'inaugurazione del botteghino, datata appunto 1946.

«Già tre anni prima, fin dal '43, l'allora Ada, sorella del papà di mia moglie Loredana, aveva “occupato” lo spazio per vendere frutta e verdura. Più in là, in piazza Corrubbio, un'altra parente commerciava angurie d'estate e castagne in autunno. 
Nel '46 il sindaco Aldo Fedeli, eletto l'anno prima con il compito di ricostruire la città rasa al suolo dai bombardamenti, aveva invitato Ada a costruirsi uno spazio in muratura, in un luogo ormai divenuto suo dopo che, sotto le bombe, vi si piazzava con un carretto su due ruote».

Il chiosco dal 2004

Caldari è divenuto proprietario del chiosco nel 2004, acquistandolo dal precedente gestore che è rimasto suo cliente nel tempo e che a sua volta era cliente del precedente proprietario. In questo modo, pur se con un intervallo in mezzo, il chiosco era tornato in qualche modo in famiglia, facendo prendere il posto di Ada alla nipote Loredana Borese, detta la «Lollo», insieme al marito Giovanni e ai loro tre figli: Giorgia, Alessia, e Nicolò. Per tutto questo tempo sono stati serviti frappè solo con ingredienti freschi e granite solo con ghiaccio tritato in diuretta, sul momento.
La macchinetta per tagliare il ghiaccio a grossi pezzi (agli inizi l'acqua congelata veniva addirittura grattugiata a mano) è passata di mano in mano e ora la nuova proprietà la sta facendo sistemare. «Ci stiamo attivando per dare continuità alla storia e prevedere una bacheca in cui gli scatti del passato possano raccontarla alla comunità», dichiara Lovati, già socio della vicina trattoria Ai Piloti e della Rosa Blu in piazza Corrubbio. «Manterremo le tradizioni di granita e hotdog, e integreremo con qualche novità culinaria. L'idea è di rimanere un punto di riferimento per le famiglie di giorno e attirare invece giovani e bikers nel post cena».
Nonostante la licenza del chiosco ne consenta l'apertura dalle 7 alle 2, il gestore, Morana, opta per un'apertura sette giorni su sette dalle 11 alle 23, e fino a mezzanotte o l'una nel fine settimana. «Avremo frappè, angurie, proprio come in passato», assicura, «viste le nuove energie, però, integreremo con qualche novità».

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