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La vicenda di Federico Formenti

Cervello in fuga?
Il rettore: «Un caso
su molti concorsi»

Il rettore Nicola Sartor all’apertura di un anno accademico
Il rettore Nicola Sartor all’apertura di un anno accademico
Il servizio de "Le Iene"

Cervelli in fuga e università di «baroni»: è attorno a questi due temi, sempre attuali, che ruota la vicenda di Federico Formenti, trentanovenne veronese specializzato in Scienze Motorie, professore al King’s College di Londra, dopo un dottorato in biomeccanica del corpo umano a Manchester e quattro anni di post dottorato a Oxford.

Il suo braccio di ferro con l’Ateneo scaligero per un posto da ricercatore è salito alla ribalta nazionale, dopo il servizio della trasmissione televisiva Le Iene.

«Noi abbiamo sempre ottemperato a ciò che ci è stato imposto dal Tar e dal Consiglio di Stato», è la risposta del rettore Nicola Sartor. «Il Consiglio di Stato convalidava la necessità di una maggiore articolazione del giudizio espresso dalla Commissione esaminatrice, così ho invitato a precisare meglio questo giudizio sulla maggiore o minore coerenza delle pubblicazioni dei candidati rispetto al profilo messo a concorso».

I fatti risalgono al 2010. In palio c’era un posto da ricercatore nel settore Metodi e didattiche delle attività sportive per il Dipartimento di Neuroscienze Biomedicina e Movimento dell’Ateneo scaligero, vinto da una candidata concorrente di Formenti, che il dottorato lo avrebbe conseguito solamente nel 2012, ma che aveva all’attivo una serie di pubblicazioni, spesso firmate assieme al direttore di Scienze motorie Federico Schena.

«Non rientra nelle mie competenze entrare nel merito delle scelte sui bandi, perché quello spetta alla Commissione», prosegue il rettore. «Io mi occupo di verificare la regolarità degli atti: non posso esprimere giudizi sulle valutazioni della commissione, perché non ho le competenze specifiche per farlo e perché ciò spetta alle commissioni stesse».

Nel 2010 Formenti, dopo aver saputo che il posto da ricercatore non sarebbe andato a lui, non si era rassegnato e aveva presentato ricorso al Tar del Veneto, poi accolto. Secondo il Tribunale amministrativo la commissione del concorso non aveva formulato «alcuna graduazione» dei titoli presentati dai concorrenti. L'università veronese aveva dovuto quindi procedere alla nomina di una nuova commissione. La quale, però, a fine 2013, ha concluso i suoi lavori decidendo nuovamente che egli meritava solo il secondo posto, dietro alla stessa vincitrice di tre anni prima. Nel marzo del 2014, quindi, Formenti è tornato a chiedere l'intervento della giustizia, ricorrendo al Tar contro i verbali della nuova commissione e la conseguente nomina della ricercatrice sua «antagonista». L'università ha deciso di resistere ma il Tar ha ancora una volta accolto il ricorso: una decisione che non è bastata a chiudere la vicenda. L'ateneo si è rivolto al Consiglio di Stato che ha rilevato che «la commissione esaminatrice ha persistito in una focalizzazione insufficiente, omettendo di motivare su originalità e innovatività delle pubblicazioni scientifiche».

«Nessuno mette in discussione la validità di questo candidato», conclude Sartor in riferimento a Formenti. «Purtroppo questo è un contenzioso sui numerosi concorsi che vengono banditi in università: dispiace, ma è fisiologico che ogni tanto ci sia qualche contestazione».M.TR.

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