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La maxitruffa

La coppia, i soldi, i progetti di fuga. «Loro ci devono dimenticare»

Le carte delle indagini sulla maxitruffa sui fondi europei
La Guardia di Finanza ha eseguito 22 arresti su disposizione di Eppo, la Procura europea
La Guardia di Finanza ha eseguito 22 arresti su disposizione di Eppo, la Procura europea
La Guardia di Finanza ha eseguito 22 arresti su disposizione di Eppo, la Procura europea
La Guardia di Finanza ha eseguito 22 arresti su disposizione di Eppo, la Procura europea

«Non fare sport sennò sei stanca e non concentrata e si fanno errori», «Voglio che su metti a posto, stacchi i telefoni, butti via i telefoni..». Ordini, quelli che Alex Mair impartisce alla compagna, sostenitrice e complice della maxi truffa all’Unione europea culminata giovedì con 22 arresti (tra carcere e domiciliari) e due misure interdittive.


Affetto e affari

Dagli atti emerge non solo il rapporto affettivo tra i due, componenti a pieno titolo dell’associazione per delinquere, ma anche gli interessi economici che sono un contorno non trascurabile.
Perché la coppia che aveva nel Veronese la base operativa, comprese le due società in vicolo Ghiaia, con l’aiuto del complice Thanas Mitri, che si finse anche giardiniere in occasione dell’irruzione di quattro debitori a casa di Mair a Castelnuovo nel 2023, aveva progettato l’accantonamento di disponibilità finanziarie all’estero «al fine di creare una riserva sicura e difficilmente rintracciabile» dall’autorità giudiziaria.


I progetti

«Io poi prenderò una casa su in Slovacchia e basta, e poi farò anche con l’aereo, faccio Vienna e coso e basta perché meno stiamo lì meglio è». Una minuziosa organizzazione non solo per il presente, con firme digitali falsificate e bilanci artefatti delle società che dovevano ottenere i finanziamenti dal SIMEST, ma soprattutto per il futuro.
In un altro Paese. «Loro ci devono proprio dimenticare e ci dimenticano solo se non stiamo lì, tanto dal punto di vista processuale viene tutto prescritto perché c’è talmente tanto casino che non sanno neanche loro da dove appigliarsi». Si riferiva all’indagine della Procura Europea e gli uomini della Finanza stavano ascoltando ogni cosa. Per far saltare il piano. 


La fuga

Andare a vivere all’estero, questo l’obiettivo che Mair condivide con Zhanna spiegando quello che gli ha detto l’avvocato: «Un suo cugino ha sposato una georgiana, lui è su per aprire 5/6 conti, gli mandiamo il mio passaporto e il tuo e ci facciamo aprire due conti personali, poi chiaro che devi andare su, e lì è come Cipro, non è Comunità Europea». Tra un accordo sui falsi documenti e l’altro pianificavano il domani: «Se rompono andiamo in Spagna, abbiamo tutte le porte aperte». Ma Mair è affascinato dalla Georgia: «Lì mi ha detto l’avvocato che con 30mila euro ti puoi comprare un bellissimo appartamento. Poi col discorso che tu mandi i soldi all’avvocato e poi te li fa.. spariscono anche i soldi». 
Estero perché «L’Italia non ti lascia mai in pace, lui ha clienti che hanno vinto cause con l’Agenzia delle Entrate e ancora gli rompono».


Le « incombenze»

Ma i progetti per il futuro non distraggono la coppia dalle «incombenze» del presente, ovvero predisporre la documentazione falsa da presentare per i finanziamenti. In questo caso è la Zozulya a gestire i moduli, Mair da le direttive e le dice che devono «iniziare a compilare i moduli di tutti questi 300 milioni», le suggerisce di farne dieci al giorno così non si stanca. Resta l’incognita della firma (ricavata da un programma che ha Federico Bianchi, un sodale), e lei suggerisce: «Se fa una bella firma noi gli facciamo il timbro in un altro foglio io la salvo in jpeg e la posso incollare dove voglio, però mi serve una bella scrittura». Mair la tranquillizza: «Federico è un mago, perdiamo solo più tempo, io le stampo, le firmo, un po’ io e un po’ te, e le riscannerizziamo». Parlano spesso dell’«indagine», soprattutto dopo che Franco Borghi, colpito da misura cautelare, è in detenzione domiciliare ma continua a collaborare con loro. 
Zhanna Zozulya è preoccupata e glielo dice: «Lui è convinto che ci stanno seguendo, stiamo facendo finta di niente ma secondo me un’indagine di Venezia ancora...». Non si sbagliava.
 

Fabiana Marcolini

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