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il presidente di Nomisma Energia

Caro bollette, Tabarelli: «Spesa giù di 630 euro all’anno per famiglia. Ma ancora incertezze»

Tabarelli: «Forse troppo allarme, ma in settembre la situazione era drammatica. Attenti ai tipi di contratti»
La spesa per l'energia è destinata a scendere
La spesa per l'energia è destinata a scendere
La spesa per l'energia è destinata a scendere
La spesa per l'energia è destinata a scendere

«Gas ed energia elettrica, la situazione è molto migliore di quanto si temeva, ma la crisi non è finita ed è necessario prepararsi in tempo per il prossimo inverno». A dirlo è Davide Tabarelli, presidente e fondatore della società di ricerca Nomisma Energia, docente universitario e profondo conoscitore dei temi energetici.

Professore, si aspettava il calo attuale delle quotazioni del gas?

La situazione non è certo quella che ci aspettavamo lo scorso autunno, visto che i prezzi ora sono un sesto dei picchi di settembre, però è anche vero che le previsioni negative che tutti facevamo lo scorso autunno non erano immotivate, perché c’erano dei gravi problemi sul tavolo. A volte mi chiedo se non abbiamo creato troppo allarme, ma non posso non rilevare che allora la situazione risultava essere letteralmente disastrosa.

Quali sono state le cause degli aumenti e quali gli elementi che hanno portato ai decrementi attuali?

Chiaramente ha pesato fortemente la guerra in Ucraina; un evento bellico completamente irrazionale, per non dire folle, che si è sviluppato, cosa mai accaduta nei tempi moderni, in Europa. La guerra ha avuto l’effetto di un contagio, anche per quanto riguarda l’energia. Non era infatti pensabile di poter sostituire in fretta il 40% delle forniture, quelle che arrivavano dalla Russia, senza effetti. I prezzi sono infatti esplosi. Poi, però, si sono realizzate e combinate alcune situazioni favorevoli. Sto parlando delle temperature, che sono rimaste a lungo al di sopra della media in inverno, del fatto che in Germania si è prodotta più energia elettrica con il carbone e con l’eolico e che si è puntato sui rigassificatori, per portare il gas in Europa da altre parti. Anche i consumatori hanno fatto la loro parte, riducendo gli usi. Così, se ad agosto e settembre i prezzi sono schizzati a causa della corsa agli stoccaggi, poi, visto che le riserve c’erano, le quotazioni sono notevolmente calate.

Ci può descrivere, basandosi sulle cifre, la situazione attuale?

Certo. Oggi il valore del gas sui mercati europei è pari a 48 euro per megawattora o, se si preferisce, a 50 centesimi per metro cubo. Una cifra che per gli utenti si traduce in un costo di 98 centesimi per metro cubo, visto che vanno sommati i costi di trasporto, quelli di gestione del sistema e l’Iva, che dal 2021 non è più al 20, ma al 5%.

Questa diminuzione cosa significa per gli utenti?

Avremo un calo che al momento stimiamo del 17% sulle bollette del gas di febbraio, che verranno fissate ad inizio marzo. Poi, a fine marzo, verranno decise le bollette per aprile maggio e giugno, il secondo trimestre, e c’è da sperare in una diminuzione ancora più importante, addirittura del 25%. Questi dati sono relativi al mercato tutelato e vengono calcolati in base ai meccanismi fissati dall’Autorità dell’energia. Sul mercato libero, invece, i decrementi sono già in corso da settimane, sempre che uno abbia scelto la soluzione con prezzi variabili. Chi ha il fisso, invece, deve aspettare la scadenza del contratto. Secondo i nostri studi, è prevedibile un risparmio su base annua per una famiglia tipo di 630 euro, di cui 370 euro per l’elettricità e 250 per il gas. Ci sono poi da considerare gli effetti sull’inflazione, la cui fiammata di questi mesi è stata dovuta proprio ai costi energetici e che già a marzo dovrebbe tornare sotto quota 10%.

C’è da stare allegri?

Purtroppo no. Il prezzo di mercato del gas è ancora più del doppio di quello che si registrava nel medio-lungo periodo prima della guerra, tanto che la quotazione più giusta dovrebbe essere pari a 20 euro per megawattora.

Allora cosa bisogna fare?

Considerando che la strada è ancora lunga, e che il mercato potrebbe registrare dei rimbalzi, ora è necessario lavorare per avere forniture adeguate a settembre, accelerando sui rigassificatori, per i quali in Italia siamo in ritardo. C’è poi da sperare che in estate non faccia troppo caldo, perché, considerate le scarse risorse idriche attuali, per produrre l’energia per gli impianti di condizionamento, sarà probabilmente necessario ricorrere in maniera consistente all’utilizzo del gas.

Luca Fiorin

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