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Via città di Nimes

Cantiere per il filobus nel sottopasso: i numeri dello scavo e l'incognita reperti

Il sottopasso di via Dal Cero
Il sottopasso di via Dal Cero
Il sottopasso di via Dal Cero
Il sottopasso di via Dal Cero

La storia e la preistoria dentro al tunnel. C’è l’incognita ritrovamenti archeologici nella fase di lavori per unificare i sottopassi di via Città di Nimes, tra Porta Palio e la zona di Porta Nuova, opera legata al filobus elettrico. I cantieri - come riportato ieri da L’Arena - partiranno venerdì 21 aprile, quindi dopo il Vinitaly previsto dal 2 al 5 aprile, ed entro quello del 2024, pure in aprile. Questo per non creare ulteriore traffico durante la rassegna fieristica, che già ne porta molto. Durante l’opera verrà creato anche un anello circonvallatorio a senso unico da Porta Nuova e Porta Palio.

 

Il precedente di Italia '90

In ogni caso - e il pensiero va alla costruzione dei sottopassi per i Mondiali di calcio di Italia ’90, quando furono rinvenuti reperti archeologici romani; articolo sotto - il tema dei possibili rinvenimenti di reperti, in vista dei nuovi scavi, si pone. E l’Amt3, l’azienda comunale stazione appaltante del filobus elettrico - per il quale si riprendono i cantieri dopo lo stop di qualche anno fa - ha già affrontato la questione. «Dalle indicazioni e dai rilievi che abbiamo già esaminato finora, propedeutici al progetto per creare un unico sottopasso sotto via Città di Nimes ricaviamo che non dovrebbero esserci né reperti né ordigni bellici nella zona interessata dai nuovi scavi», dice Domenico Menna, Rup cioè Responsabile unico del procedimento del filobus elettrico, opera da 150 milioni di cui il 60 per cento finanziato dallo Stato e per il restante pagato da Amt3 accendendo mutui.
Va ricordato tra l’altro che negli anni scorsi, nel febbraio 2021, fu trovata una bomba nella zona di via Città di Nimes, vicino alla stazione di Porta Nuova, dove già erano partiti dei lavori legati alla filovia. E fu fatta brillare. I progettisti si sono avvalsi anche del lavoro svolto dalla soprintendenza ad archeologia, belle arti e paesaggio, per quanto riguarda la possibilità di trovare altri reperti, durante gli scavi, magari analoghi a quelli rinvenuti 35 anni a Porta Palio.

 

Cosa succede ora

Ora si dovrà comunque scavare ancora, sotto via Città di Nimes, sotto un’area lunga trentadue metri e larga nove. Ma dal punto di vista tecnico come procederanno i lavori per creare il sottopasso unico? «I due sottopassi erano già stati predisposti per essere unificati», spiega Menna, «e si potrà procedere in due tranche, con gli impalcati, facendo sì che comunque via Città di Nimes rimanga sempre aperta per la circolazione dei mezzi del trasporto pubblico locale».
Sarà dunque un lavoro complesso, che potrebbe anche riservare qualche sorpresa per quanto riguarda eventuali reperti archeologici nel sottosuolo, o eventuali altri materiali, pur non avendo come detto l’Amt3 indicazioni in tal senso. Però, quando in una città storica si scava, le sorprese potrebbero non mancare.
Comunque, il più grande cantiere legato al filobus elettrico - che avrà due linee, da San Michele allo Stadio con innesto da via dalla Corte, in Borgo Venezia, e dalla Genovesa-Zai a Ca’ di Cozzi, con innesto dal policlinico di Borgo Roma - s’inizierà tra poco più di un mese e questo vuol dire che il progetto del 2007, dell’Amministrazione Tosi, passando poi per quella Sboarina dove sono partiti i lavori, poi frenati, e ora arrivato a quella Tommasi, si sta attuando, dopo 16 anni. Tra tante frenate.

 

Le polemiche

Proprio da questo punto, dallo stesso fronte tosiano, la consigliera comunale di Fare!, Patrizia Bisinella, lancia un mezzo j’accuse all’Amministrazione attuale. «È una bella notizia quella della riapertura dei cantieri del filobus, opera che riteniamo fondamentale per lo sviluppo della nostra città e che per troppo tempo è rimasta ferma», dice Bisinella, capogruppo di Fare! in Consiglio comunale, «ma la gestione di un intervento che avrà un impatto viabilistico così forte su Verona, prima di essere condiviso con categorie economiche e mass media avrebbe dovuto trovare forte condivisione con il mondo politico e amministrativo veronese», dice, «a partire dal Consiglio di amministrazione di Amt3 che mi risulta non sia stato in alcun modo informato».
Questo intervento, prosegue la Bisinella, «inciderà in modo pesante su una viabilità già sofferente e su un traffico cittadino incredibile rispetto alle reali dimensioni di Verona. Ci auguriamo che la volontà professata di coinvolgere la cittadinanza e supportare in modo concreto la mobilità di chi ogni giorno si sposta per lavoro sia seguita dai fatti e da una presa di coscienza reale dei disagi che questo cantiere comporterà ai cittadini veronesi. Auspico inoltre», prosegue, «che per la necessità di affrontare la gestione del traffico non si sottraggano risorse preziose ad altri servizi essenziali per i cittadini, come la sicurezza e il controllo della città già purtroppo molto in deficit».

Enrico Giardini

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