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SICUREZZA

Botti, controlli
e suggerimenti
Poliziotti in classe

I poliziotti durante l’incontro con gli studenti dell’educandato Agli Angeli DIENNEFOTO
I poliziotti durante l’incontro con gli studenti dell’educandato Agli Angeli DIENNEFOTO
I poliziotti durante l’incontro con gli studenti dell’educandato Agli Angeli DIENNEFOTO
I poliziotti durante l’incontro con gli studenti dell’educandato Agli Angeli DIENNEFOTO

 

Mini ciccioli, stelline, razzetti o fontane sono tutt’altro che giocattoli. Persino il più piccolo e apparentemente innocuo petardo, se mal funzionante o usato impropriamente, può tramutarsi da portare di festoso rumore in una pericolosa arma: per questo ne è categoricamente vietata la vendita ai minori di 14 anni.

Le regole sono chiare, e la polizia di Stato, dall’inizio del mese, ha fatto il giro delle scuole medie di Verona per mettere in guardia centinaia di studenti con due incontri a settimana.

 

Le normative da sole, si sa, hanno poca presa sui ragazzini. Molto più effetto arriva invece da storie di vita reale, come quella, avvenuta un paio di anni fa con protagonista un giovane di San Michele che a causa di un petardo ha perso tre dita. «Il ragazzo per la vergogna non voleva più andare a scuola», evidenzia il sovrintendente capo della polizia di Stato Gianfranco Zuliani che questa mattina concluderà il ciclo di incontro all’educandato agli Angeli, dove sono iscritti alle medie in tutto 440 studenti.

 

«Purtroppo qualsiasi dispositivo destinato a esplodere non può essere fermato né con acqua, né con sabbia o altri mezzi con cui solitamente si spegne il fuoco. Le molecole di ossigeno interne lo portano a terminare la combustione fino alla fine del suo corso».

Lo sa bene il bambino abruzzese di 9 anni che ha scritto la letterina, che sta accompagnando i poliziotti nei vari incontri, in cui invita i coetanei a non fare il suo stesso errore: rimpallando l’accensione di un petardo che non voleva prendere fuoco con un amico, ha perso una mano, e il suo compagno di giochi è rimasto ferito vicino a un occhio.

«A fare più danni tra i ragazzi sono soprattutto i petardi esplodenti», spiega l’artificiere della polizia Giovanni Impagnatiello.

«La prima cautela da prendere è di non cercare mai di riaccenderli e, se si dimostrano difettosi, evitarli perché potrebbero essere insicuri. La temperatura di funzionamento, anche della stellina più semplice, è di almeno 500 gradi, quindi il rischio di ustioni anche gravi è evidente».

 

Sono parecchie le scuole di Verona che hanno aperto ben volentieri alla campagna «I botti facciamoli in sicurezza», promossa dal questore.

Oltre alla prevenzione, proseguono anche i controlli veri e propri nei negozi che vendono botti, razzetti e bengala e che, se non fanno le cose in regola, oltre a sanzioni penali rischiano anche la chiusura dei battenti. Spiega il sostituto commissario Giovanna Caturano: «Negli ultimi anni i negozi espongono i dispositivi che fanno i botti sempre più a ridosso dell’ultimo dell’anno. Alcuni prodotti possono essere venduti soltanto in vere e proprie armerie e, per altri, gli esercizi commerciali più comuni devono comunque limitare le quantità entro i limiti previsti. Inoltre verifichiamo che le etichette siano leggibili e i prodotti integri».

E conclude: «Lo ribadisco, un prodotto difettoso non va più toccato».

Chiara Bazzanella

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