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Le operazioni di disinnesco

«Bomba-day»: i maggiori disagi per chi viaggiava in treno

di Elisa Pasetto
I passeggeri spostati sui bus (foto Pecora)
I passeggeri spostati sui bus (foto Pecora)
Servizio sostitutivo in stazione (Pasetto)

C’è chi ha perso una coincidenza e ha dovuto dire addio al pranzo per le nozze d’oro dei genitori. Chi pensava di potersi finalmente rilassare immaginandosi, di lì a qualche ora, nell’amena località scelta per le vacanze e per cui invece l’inizio delle ferie è stato decisamente in salita. In generale, però, disagi tutto sommato contenuti, ieri mattina a Porta Nuova, alla partenza del servizio con bus sostitutivi messo a disposizione da Trenitalia per i passeggeri dei treni cancellati tra Verona Porta Nuova e San Bonifacio a causa del «bomba day».

E, per assurdo, ad avere la peggio sono stati coloro che avevano organizzato il viaggio per tempo. Da una decina di giorni, infatti, le Ferrovie dello stato avevano allertato con opportuni avvisi attraverso i canali di vendita, le biglietterie self service e il sito Trenitalia che la circolazione dei treni tra le due stazioni, su ordine della Prefettura, sarebbe stata sospesa dalle 9 alle 13 di domenica, in concomitanza con la rimozione dell’ordigno ritrovato in corso Venezia, a pochissimi metri dai binari della linea Milano-Venezia. Chi invece, per essere sicuro di non perdere un appuntamento importante o per evitare che qualcosa potesse andare storto, aveva preferito anticipare l’acquisto del biglietto, si è trovato dunque impreparato.

Per gli utenti delle Frecce a limitare i danni ci aveva pensato nei giorni scorsi anche il servizio di Smart Caring, nato per informare i viaggiatori in tempo reale sulla circolazione ferroviaria: chiunque avesse acquistato un biglieto per domenica mattina era già stato ricontattato nei giorni scorsi dagli operatori e aveva potuto decidere con comodo se modificare gli orari del viaggio o mettere in preventivo da mezz’ora a un’ora di ritardo a causa della deviazione del convoglio sulla Padova-Bologna-Milano (solo due su sei sono state le Frecce cancellate).

Non così per gli utenti dei Treni Regionali, per la maggior parte dei quali lo stop forzato a Verona è stato una (brutta) sorpresa. «C’è una grossa discrasia tra l’arrivo del treno e la partenza del bus», afferma deluso Giovanni Grano, partito da Torino e diretto a San Vito di Leguzzano, nel Vicentino. Insieme al compagno di viaggio Andrea Rocchi fa parte dell’associazione degli Universitari costruttori, volontari impegnati in campi di solidarietà. «Ci attendono per sistemare il cappotto termico di due case famiglia», racconta Grano, desideroso di arrivare per cominciare l’opera. «Ero a conoscenza del disagio causato della bomba, ma non avevo altri mezzi per spostarmi. Speravo di trovare un servizio più puntuale». Il momento più «caldo» della mattinata è infatti poco dopo l’inizio dello stop alla circolazione ferroviaria, scattato alle 9. L’arrivo dei treni è cadenzato, la task force messa in campo da Trenitalia e da Pasqualini Bus, che cura il servizio di autobus sostitutivi, è operativa con 28 mezzi sul percorso Verona-San Bonifacio e viceversa, più due si supporto in caso di bisogno. Sette, uno dietro l’altro, ne servono per caricare solo i passeggeri in partenza alle 9.24 per raggiungere Mestre. Venticinque minuti la percorrenza annunciata tra Porta Nuova e San Bonifacio, dove avrebbero trovato il convoglio pronto a partire. Ma una volta giunto all’altezza della stazione di Porta Vescovo, in prossimità del luogo dove nel frattempo sono iniziate le operazioni di disinnesco, gli autisti devono attendere le indicazioni della Polizia Municipale sul percorso alternativo. Qualche decina di minuti di ritardo che si accumula anche nelle due stazioni «capolinea», prontamente gestito con calma e professionalità, dagli operatori dell’assistenza a terra, che rassicurano su ritardi e coincidenze i viaggiatori, soprattutto famiglie e gruppi di amici con destinazione vacanze.

«Arriviamo da Venezia e siamo dirette a Milano per visitare la città», spiegano due amiche giapponesi, arrivate in bus da San Bonifacio. «Eravamo un po’ spaesate ma ci hanno spiegato e ci siamo affidate. Fin qui tutto bene», dichiarano avviandosi al binario per riprendere il viaggio. E se il personale poliglotta è impegnato a gestire il saliscendi sui bus, ci pensa il passaparola tra stranieri a non scatenare il caos. Persone disabili e biciclette non potrebbero essere caricati sui bus. Ma molti viaggiatori non potevano saperlo e basta un po’ di buonsenso per chiudere un occhio e portare tutti a destinazione. «In tutta la mattina abbiamo effettuato 36 corse e movimentato tra Porta Nuova e San Bonifacio quasi 1.500 persone», afferma Marcello Messeri, coordinatore dei servizi su gomma di Pasqualini Bus. Con le 12.30 sulla banchina dei bus l’emergenza è rientrata. Missione compiuta. 

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