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predazione a badia calavena

Una capretta uccisa dal lupo: «Il recinto non è bastato. Di sera abbiamo paura anche noi»

di Marta Bicego
L’esemplare di razza tibetana è stato assalito dai predatori che sarebbero riusciti ad abbattere la rete di protezione. Ora si teme per l'incolumità delle persone
Un'altra predazione di lupi in Lessinia
Un'altra predazione di lupi in Lessinia
Un'altra predazione di lupi in Lessinia
Un'altra predazione di lupi in Lessinia

Non c'è davvero pace a Badia Calavena. Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre, un'altra predazione messa a segno dai lupi si aggiunge all'elenco degli eventi che stanno tormentando la zona.

Stavolta a farne le spese è stata una capretta tibetana che pascolava nei dintorni di contrada Vanti, non lontano dal centro del paese. Della povera bestiola di cinque mesi di vita è rimasta solamente la testa, rinvenuta in mezzo all'erba dal proprietario dell'appezzamento e dell'animale, Stefano Perlati.

La scena

È uno spettacolo poco gradevole quello che si è trovato davanti agli occhi Perlati, che con il padre Luca gestisce un'azienda agricola in località Mandola. Attività secondaria, visto che entrambi hanno un altro lavoro, legata ad alcuni campi e terreni con vigne. 

Possiedono in tutto una dozzina di capre, spiega, «che abbiamo deciso di allevare perché ci aiutano a mantenere curate quelle aree incolte nelle quali non riusciamo ad arrivare con i macchinari».

Così è ai Vanti, dove sei esemplari si trovavano al pascolo nell'appezzamento che confina da una parte con il bosco e dall'altra con il vigneto e le abitazioni della contrada, in cui vivono due famiglie. «È stato proprio uno dei residenti ad avvisarmi, ieri mattina intorno alle 8, che le mie capre erano finite fuori dal recinto», ricostruisce l'accaduto.

Nell'andare a recuperare gli animali e nel cercare di capire quale poteva essere stata la via di fuga, ha visto che il recinto elettrificato dell'altezza di circa 1,5 metri era stato abbattuto. E con una certa irruenza: infatti alcuni paletti di plastica erano spezzati, la rete era ribaltata verso l'interno e il filo della corrente staccato.

«Il sopralluogo da parte della polizia provinciale e del veterinario dell'Ulss ha confermato che si è trattato di lupo», continua. Magra consolazione, lascia intendere. Adesso sta valutando se tenere ancora gli animali al pascolo oppure anticipare il rientro nella stalla, che era previsto per l'autunno. Teme che i grandi predatori possano tornare ad avventarsi sulle restanti capre.

Protezione

«Avevamo posato la recinzione elettrificata anti-lupo quest'anno, convinti di proteggere i nostri animali. Speravamo servisse e invece non è stata sufficiente...». Dispiace per il capo perso, osserva Perlati, «ma pensiamo soprattutto all'incolumità delle persone. Non abbiamo più la tranquillità di poter tornare a casa a piedi la sera».

Nel raggio di una manciata di chilometri, le ultime settimane sono state segnate da diversi eventi predatori nel territorio di Badia. L'ultimo risale a giovedì scorso, in via Monte Allegri: la pecora del signor Flavio Bonomi, unica scampata all’incursione di un mese prima, con quattro ovini uccisi, pure in quel caso nel recinto accanto a casa.

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Territorio

Era metà maggio quando sempre nelle vicinanze, in località Gonzo, 14 pecore di razza Brogna dell’azienda agricola di Michela Perlati, che se ne occupa con il padre Augusto, sono state uccise dai grandi predatori. Tutti animali che non rappresentano una fonte di reddito, ma vengono usati perlopiù per tenere puliti i pascoli. Segno che mentre negli alpeggi dell’alta Lessinia le predazioni si sono mantenute stabili, secondo quanto riferito dal vicepresidente di Arav, Luciano Pozzerle, non è più solo chi è allevatore di mestiere a dover fare i conti con la presenza della fauna selvatica.

«È ora che qualche esperto consulente sul lupo della giunta regionale cominci a rispondere per truffa, avendo fatto spendere inutilmente risorse pubbliche per misure risultate più volte inefficaci», tuona il consigliere regionale, Stefano Valdegamberi. «Stanno crollando, una dopo l'altra, le bugie dell'ideologia ambientalista».

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