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Una vita tra le nuvole

Il caccia Amx va in pensione. I ricordi del pilota: «Quando precipitai a Gazzo Veronese»

Il caccia militare ha effettuato un'ampia gamma di missioni al servizio del Paese e dell'Alleanza Atlantica. Valoti fece carriera militare: partecipò alla Guerra del Golfo, quindi fu nelle Frecce. Oggi, da civile, lavora per Ita
4 febbraio 1992: un Amx si schianta su una casa a Gazzo Veronese, c’era una nebbia fitta (a sinistra). Il pilota, Roberto Valoti (a destra) riuscì a portare l’aereo fuori dal centro abitato
4 febbraio 1992: un Amx si schianta su una casa a Gazzo Veronese, c’era una nebbia fitta (a sinistra). Il pilota, Roberto Valoti (a destra) riuscì a portare l’aereo fuori dal centro abitato
4 febbraio 1992: un Amx si schianta su una casa a Gazzo Veronese, c’era una nebbia fitta (a sinistra). Il pilota, Roberto Valoti (a destra) riuscì a portare l’aereo fuori dal centro abitato
4 febbraio 1992: un Amx si schianta su una casa a Gazzo Veronese, c’era una nebbia fitta (a sinistra). Il pilota, Roberto Valoti (a destra) riuscì a portare l’aereo fuori dal centro abitato

Dopo 35 anni di servizio, con oltre 240mila ore di volo di cui 18.500 in operazioni reali, l’Amx, velivolo militare, da qualche giorno è in pensione. Ha solcato i cieli di 33 nazioni, otto i diversi teatri operativi ed è stato attivo nell'ambito di numerose esercitazioni internazionali, dai climi gelidi della Norvegia e del Canada alla sabbia del Kuwait. Per le sue caratteristiche di caccia leggero ed estremamente versatile, anche grazie ai diversi aggiornamenti che nel corso degli anni ne hanno implementato le capacità operative in termini di dotazioni avioniche, sensori, armamento di precisione e autonomia, l'Amx è stato un velivolo in grado di effettuare un'ampia gamma di missioni al servizio del Paese e dell'Alleanza Atlantica.

Il 4 febbraio 1992, un Amx del Terzo Stormo 132° gruppo, per una grave avaria, precipita nella zona di Gazzo Veronese. Il pilota, pur lanciandosi con il paracadute all'ultimo istante, anche a causa della fitta nebbia, non può evitare che il velivolo sfiori, incendiandola, una casa isolata. Alla cloche c’era il comandante Roberto Valoti, residente a Verona.

L’incidente

«Mi ricordo bene quel giorno. Partiti da Villafranca stavamo facendo un volo di addestramento, c’era una nebbia molto fitta e mi esplose il motore. L’aereo aveva energia e quindi ho subito pensato di trovare un campo dove lasciarlo andare. Mi sono abbassato ulteriormente, pensando che sotto la nebbia potesse esserci più visibilità, ma non fu così. Il mio timore è che ci fosse un centro abitato. Portai l’aereo più fuori che potei e poi ad un certo punto fui costretto ad eiettarmi. Mi ruppi una caviglia, ebbi problemi alla schiena. Per molti anni restai in contatto con la signora Marta che in quell’incidente rimase gravemente ustionata. Finchè era ricoverata a Borgo Trento la andai a trovare. Una donna in gamba, non mi colpevolizzò mai per l’incidente. Di lei conservo un dolcissimo ricordo».

L'esperienza con gli F104 durante la Guerra nel Golfo

Pensare che la carriera militare di Valoti era iniziata per caso: «Frequentavo un istituto tecnico, un giorno andai in Comune per vedere se c’erano concorsi. D’estate facevo il muratore durante le pause di scuola, fu così che feci il concorso per l’Aeronautica. Frequentai il 100 corso Aupc. Ho pilotato caccia F104. Quando scoppiò la guerra del Golfo, ci inviarono per due mesi in Anatolia. Facevamo ricognizioni fino in Iraq a Mossul, uscivamo per fotografare dall’alto ponti e altri obiettivi. Dormivamo in una tenda, e di notte la temperatura arrivava a meno 10. Eravamo sotto al comando Nato, e gli americani erano sempre molto attrezzati, molto equipaggiati, così noi offrivamo pastasciutte e loro ci facevano acquistare caschi e tute. Ricordo che una notte scattò l’allarme attacco. Noi dormivamo con la tuta addosso e la maschera antigas a fianco. In un attimo passammo dal sonno al volo: bisognava mettere gli aerei al sicuro, in volo, alzandosi in verticale. È una notte che ricordo ancora molto bene. Con gli F104, durante le esercitazioni, viaggiavamo ad una velocità due volte superiore a quella del suono», evidenzia il comandante.

Negli anni successivi, fino al congedo, il comandante Valoti ha fatto parte delle Frecce Tricolori , quindi si è congedato diventando pilota civile. Sorride: «Adesso faccio “l’autista”, sono comandante e istruttore di volo per Ita: sull’A350 porto in giro più di 330 persone alla volta. La vita militare e l’Aeronautica mi hanno dato tanto, è stata una parte esaltante e bellissima della mia vita», conclude.

Alessandra Vaccari

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