La Panda ha galleggiato per cinque chilometri, trasportata dalla corrente, con all’interno un’anziana intrappolata, fino a concludere la propria corsa in un campo di mais. «Per fortuna l’auto non si è ribaltata lungo il tragitto, ma non oso immaginare la paura della signora all’interno», racconta Armando Lorenzini, coordinatore dell’Unità operativa della Protezione civile e dei dissesti idrogeologici della Provincia, che nei giorni scorsi è stato a Imola per aiutare la popolazione alluvionata.
Sono molti i veronesi che stanno scendendo in Emilia Romagna in queste settimane. Protezione civile, vigili del fuoco, soccorso alpino, tutti impegnati a prestare soccorso a quanti sono stati costretti a lasciare le proprie case perché invase dall’acqua. Dopo il primo intervento di due settimane fa, che aveva visto impegnate alcune squadre della Protezione civile tra Imola e Faenza, la situazione sembrava sul punto di risolversi, quando è esplosa una nuova emergenza.
La «tempesta perfetta»
«Siamo di fronte ad una situazione drammatica», commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Il maltempo, che in parte ha colpito anche il Veneto meridionale, ha provocato in Emilia Romagna una tempesta perfetta. Ho sentito il presidente Bonaccini, dando la massima disponibilità di ogni risorsa che può essere messa a disposizione dalla Regione Veneto», prosegue. «Siamo in collegamento costante tramite le nostre strutture, anche con la Protezione civile nazionale. Dal Veneto, al momento, abbiamo inviato più di cento volontari della nostra Protezione Civile, sin da ieri, 17 maggio. Cinque squadre sono partite l’altra notte con le attrezzature, altre oggi (ieri, ndr). Di questi 100 volontari, molti arrivano da Verona.
«La Provincia, con la Regione Veneto, ha inviato volontari per l’emergenza alluvione di Rimini e Riccione», fa sapere Michele Taioli, consigliere provinciale con delega alla Protezione civile. «Altre squadre attualmente sono in preallerta, in quanto la situazione è in divenire. Ci tengo a ringraziare tutti i volontari, personale specificatamente formato, che nel momento del bisogno rispondono sempre in modo efficace».
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Lunedì sono partiti cinque volontari della Protezione civile da San Bonifacio per Brisighella e uno da Cologna Veneta per Riolo Terme, martedì è stata la volta del Nucleo lupatotino della Protezione civile, destinato a Riccione, mentre ieri è toccato ai volontari di Sommacampagna, dotati di motopompe, e ai gruppi di Soccorso acquatico fluviale di Fias, Pressana, Valeggio, più la Protezione civile di San Pietro in Cariano e Fumane, tutti diretti a Rimini e Riccione, una delle zone più funestate dall’alluvione.
Alla volta di Faenza sono partiti poi undici vigili del fuoco dal Comando di via Polveriera vecchia, con tre diverse specializzazioni: alcuni del soccorso acquatico, dotati di gommoni e attrezzature per soccorrere le persone, altri del modulo di coordinamento e altri ancora che si occuperanno del pompaggio di acqua, ovvero di rimuovere l’acqua dalle case, dagli scantinati, dai garage, dalle strade alluvionate.
Sempre ieri anche il Soccorso alpino si è mobilitato. «In mattinata sono partiti tre volontari della squadra alpina di Verona e altri tre della squadra speleologica, tutti tecnici del soccorso in forra e canyoning, e a mezzogiorno sono partiti un altro volontario della Squadra speleologica e uno di Feltre», spiega Lorenzo Manfreda, vicecapostazione del Soccorso alpino di Verona. «La destinazione iniziale è Cesena, ma poi saranno a disposizione del 118, che coordina l’emergenza».
Sottopassi allagati, garage sommersi
E ancora. Sempre ieri sono partiti con un’ambulanza due autisti soccorritori e due infermieri della Pubblica assistenza Sfera Onlus di San Bonifacio, allertati dalla Croce rossa italiana di Cesena, che lamenta carenza di mezzi e di paramedici. A raccontare la Romagna che si sono trovati davanti i volontari veronesi è Flavio Vinerbini del Nucleo lupatotino della Protezione civile. «Qui a Riccione dove ci troviamo noi, ci sono molti sottopassi allagati e strade interrotte», spiega Vinerbini. «La maggior parte delle case non sono state allagate, ma il problema riguarda sopratutto gli scantinati e i garage sotterranei. Oggi abbiamo svuotato un garage da venti posti auto completamente sommerso», prosegue. «La gente è contenta di vederci arrivare. Ovviamente sono preoccupati per i danni subiti e per le spese che dovranno sostenere».
La popolazione provata
Armando Lorenzini, funzionario della Provincia, nei prossimi giorni andrà a Riccione per dare il cambio ai funzionari regionali che si trovano là attualmente, ma alcuni giorni fa è già stato in Emilia Romagna, più precisamente a Imola, per prestare soccorso tra i volontari della Protezione civile. «Noi ci siamo occupati soprattutto di ripulire le abitazioni, rimuovendo il fango e aiutando la popolazione a portare fuori tutto ciò che era rimasto danneggiato, anche le cose più care», spiega l’ingegner Lorenzini. «La maggior parte della abitazioni erano al piano terra, pertanto si è dovuto buttare tutto: la cucina, i divani, gli elettrodomestici, persino auto completamente nuove, perché la fanghiglia entra ovunque, anche nei circuiti elettrici».
La Protezione civile è stata impegnata anche a ripristinare gli scoli dell’acqua e a rendere più libera la viabilità. «Stava iniziando la fase della ricostruzione», conclude Lorenzini. «C’erano i corrieri Amazon che circolavano, perché la gente aveva acquistato nuovi elettrodomestici, e anche elettricisti, idraulici, tappezzieri. Poi è arrivata la seconda ondata, ma per fortuna in quelle zone non ci sono stati ulteriori disastri».
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