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L'allarme

Mancano 114 medici di famiglia. È la situazione più critica degli ultimi 5 anni

L’allarme lanciato dalla Cgil. Le aree meno servite sono la zona di Verona Sud, Castel d’Azzano e Buttapietra
Medici di base. È allarme rosso a Verona e provincia, non si trovano dottori da assegnare alle 114 aree scoperte
Medici di base. È allarme rosso a Verona e provincia, non si trovano dottori da assegnare alle 114 aree scoperte
Medici di base. È allarme rosso a Verona e provincia, non si trovano dottori da assegnare alle 114 aree scoperte
Medici di base. È allarme rosso a Verona e provincia, non si trovano dottori da assegnare alle 114 aree scoperte

Medici di famiglia: la situazione è ormai da allarme rosso. Secondo i dati diffusi ieri dal sindacato dei pensionati Spi Cgil, infatti, la loro presenza sul territorio, è nel Veronese, al livello più basso degli ultimi cinque anni.

Tutti i cittadini iscritti al Servizio sanitario nazionale, va ricordato, hanno diritto ad avere un medico di medicina generale, grazie al quale possono accedere ai servizi ed alle prestazioni inclusi nei livelli essenziali di assistenza. 

Tale medico lavora in convenzione con l’Ulss ed ha un numero di pazienti che, secondo le norme vigenti, può arrivare sino ad un massimo di 1.800. In teoria, quindi, tutti dovrebbero poter contare su un professionista di riferimento per sé ed i propri familiari. Nella pratica, però, questo non avviene sempre. A testimoniarlo sono quelli che tecnicamente vengono definiti ambiti territoriali carenti. Locuzione con cui si definiscono, nei documenti ufficiali, i territori in cui non c’è un numero di medici sufficiente a rispondere alle esigenze di tutti.

Scoperta poco rassicurante

Il 2 aprile scorso, Azienda Zero, che coordina le aziende sanitarie del Veneto, ha realizzato una delle sue costanti ricognizioni della situazione, facendo una scoperta poco rassicurante. Le zone carenti sono schizzate nel giro di soli quattro mesi a livelli molto alti.

Le assegnazioni di coloro che hanno frequentato il corso regionale triennale per medici di medicina generale che sono state effettuate lo scorso dicembre, che avevano consentito di abbassare da 197 a 156 il numero degli ambiti territoriali della nostra provincia con insufficiente presenza dei medici di famiglia, hanno dato luogo solo ad un fuoco di paglia. Ad inizio di questo mese il numero delle zone con deficit di presenza è infatti arrivato a quota 213.

Record

Stiamo parlando di un livello da record. Nel 2019, ovvero ben prima che assumesse le drammatiche proporzioni attuali il fenomeno della scarsa presenza di medici di base, le aree carenti erano 79. L’anno successivo sono salite a 103 e nel 2021 sono arrivate in primavera a 124, per poi calare a dicembre a 77. Due anni fa si è giunti a 146, prima della diminuzione a fine anno a quota 103, e nel 2023 al massimo di 209 di aprile, seguito da un decremento a 197 a settembre, con la già citata diminuzione a 156 a dicembre.

Tutto questo con un andamento in crescita costante, che adesso è diventato particolarmente rilevante. La situazione, quindi, è nel complesso piuttosto preoccupante. Anche perché non va meglio per la continuità assistenziale, l’ex guardia medica, che avrebbe il compito di raccogliere la popolazione rimasta priva di medico di base. Nel territorio della Scaligera gli incarichi vacanti sono ancora 114. Si tratta della cifra più alta in Veneto, dopo quella dell’Ulss 2 della Marca Trevigiana, che ne conta 134. 

Il territorio che segna il dato in termini assoluti peggiore è quello della cintura metropolitana posta a Sud del capoluogo. Stiamo parlando dell’area che comprende le circoscrizioni Quarta e Quinta della città e i Comuni di Castel D’Azzano, Buttapietra e San Giovanni Lupatoto.  Qui si contano ben 45 zone carenti. Ben 17 in più di dicembre. Nell’area del Baldo-Garda la stessa situazione riguarda 28 aree (+11), nel Villafranchese 20 (+1) e nell’entroterra gardesano e la Valpolicella 12 (+10). 

Nel capoluogo

Nel capoluogo la situazione è stabile nelle circoscrizioni Prima, Seconda e Terza (12 zone carenti con una variazione di -1); mentre peggiora (+5 aree in deficit di medici, per un totale di 12) l’ambito territoriale Est, comprendente le circoscrizioni Sesta e Settima e i Comuni di Lavagno e San Martino Buon Albergo. Per quanto riguarda la Bassa, 8 le zone carenti a Legnago ed Angiari, 6 a Nogara, Gazzo, Sanguinetto e Sorgà ed altrettante a Minerbe, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi, Sant’Anna, Roverchiara e Terrazzo.

 

Luca Fiorin

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