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CAMPIONE

Alessandro, il giovane genio che risolve i problemi a tempo di record

Alessandro Stamate, 16 anni, Ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi nazionali di problem solving a Cesena organizzate dal Ministero dell'istruzione
Alessandro Stamate, del liceo Galileo Galilei, studente vincitore concorso nazionale problem solving, con la mamma Irina
Alessandro Stamate, del liceo Galileo Galilei, studente vincitore concorso nazionale problem solving, con la mamma Irina
Alessandro Stamate, del liceo Galileo Galilei, studente vincitore concorso nazionale problem solving, con la mamma Irina
Alessandro Stamate, del liceo Galileo Galilei, studente vincitore concorso nazionale problem solving, con la mamma Irina

Si può migliorare la viabilità cittadina? Come risolvere la questione delle liste d'attesa in ospedale? E cosa fare per la crisi idrica?
Quesiti di stretta attualità, sui quali ci interroghiamo quotidianamente e che poniamo a un giovane studente di Verona, vero e proprio fuoriclasse nel trovare le soluzioni ai problemi bruciando tutti sul tempo.

Ma giustamente lui ci fa notare come il problem solving, di cui è diventato da poco campione nazionale, non consista semplicemente nella capacità di risolvere problemi, ma anche di farlo in modo pratico ed efficace. «E questi di cui mi parla», sorride, «sono problemi dalle mille sfumature, in parte anche politiche. Non so se basti un modello matematico a risolverli...».

Cento su cento 

Come dargli torto. E allora mettiamo da parte la nostra deformazione professionale per concentrarci sulla notizia di questo ragazzo di Bovolone, Alessandro Stamate, 16 anni d'età, iscritto al liceo scientifico Galilei di Verona, che nei giorni scorsi ha conquistato la medaglia d'oro alle Olimpiadi nazionali di problem solving di Cesena, promosse dal ministero dell'Istruzione e del merito, rispondendo nel minor tempo possibile – e ottenendo il migliore risultato – a nove domande di informatica, matematica e logica, queste ultime formulate in lingua inglese e riguardanti problemi di statistica e di fisica.

Il tempo a disposizione era di un'ora e mezza, lui ha completato tutto in un'ora totalizzando il cento per cento, in altre parole senza sbagliare neanche mezza risposta. «Il problem solving non è un processo regolato, ma si può imparare», assicura.
Piccolo passo indietro. Stiamo parlando della competenza trasversale che molto banalmente definiamo «capacità di risolvere i problemi», ma più precisamente consiste nell'analizzare un problema, scomporlo nelle sue componenti e infine giungere a una soluzione che sia la migliore possibile.

La miglior soluzione possibile

Alessandro esemplifica, partendo da una delle domande che gli abbiamo presentato. «Per esempio, in ospedale», dice, «il succo del problema delle liste d'attesa è la mancanza di medici. E allora bisogna interrogarsi sulle cause. Il numero chiuso all'università? Pochi incentivi economici per gli studenti che vorrebbero, ma non possono permettersi questo percorso di studi così lungo e impegnativo? Applicare il modello del problem solving», evidenzia, «significa identificare il problema e centralizzarlo, cioè estrapolarlo dai fattori circostanti per arrivare alla miglior soluzione possibile. Questo vuol dire che se anche le idee ci sono, le conclusioni effettive per le grandi questioni come quelle di cui parlavamo non possono essere radicali».

Di problem solving si sente parlare come una delle competenze chiave dei prossimi anni, un'abilità sempre più richiesta nel mondo del lavoro, anche per la gestione delle crisi e delle situazioni impreviste, e in generale una risorsa per la vita quotidiana. In questo senso, Alessandro promette bene.

La curiosità è la chiave di tutto

«Mi ha aiutato la curiosità», spiega il ragazzo. E racconta: «Devo molto a una delle mie maestre della scuola elementare, Donata Scalzotto, che ora è in pensione. È stata lei, per prima, ad avvicinarmi a questo ambiente, perché le Olimpiadi di problem solving coinvolgono anche alunni della primaria. E infatti con la squadra dell'istituto comprensivo di Bovolone avevamo gareggiato, arrivando quinti a livello nazionale. Qui al liceo Galilei ho trovato l'ambiente giusto per proseguire questo percorso».

Il punto di partenza è la passione. «Aiuta appassionarsi alle cose. Io sono avido di informatica, mi piacciono i computer, guardo video sulla matematica, la fisica e il calcolo delle probabilità, ma sono interessato anche all'arte e alla musica. Cerco di interessarmi a un po' di tutto, a dire il vero». 

E in futuro? «Ho pensato all'ingegneria, oppure alla fisica teorica». La scelta è ancora tutta da compiere, ma con le sue abilità, per lui non sarà difficile arrivare alla soluzione.

Laura Perina

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