<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
In tribunale a Verona

Abusa della nipotina di otto anni, condannato lo zio

Dovrà anche versare una provvisionale di 20mila euro alla vittima
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona

Dieci anni di reclusione e oltre ad averlo condannato per aver abusato della nipotina che all’epoca, nel 2009, aveva solo 8 anni, il collegio ha ritenuto che attorno all’imputato, un uomo di 53 anni di origini albanesi, fosse stato eretto un «muro» di protezione.
Quel muro fatto di dichiarazioni non veritiere per cercare in qualche modo di proteggerlo ma a margine del dispositivo della sentenza il tribunale presieduto da Peter Michaeler ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per quattro persone. La moglie dell’imputato, la cognata, il cognato e il suocero verranno indagati, e dovranno rispondere di falsa testimonianza.

 

Vicenda emersa dopo diversi anni


Dieci anni di reclusione e dovrà versare una provvisionale di 20mila euro alla vittima (i genitori si sono costituiti parte civile con l’avvocato Elena Righetti mentre l’imputato è difeso da Giovanni Palamara e Andrea Molinaro). Una vicenda emersa solo quando, dopo aver superato la paura e la vergogna, nel 2019 la vittima, ormai maggiorenne, si sottopose ad una terapia psicologica. Alla specialista raccontò quello che le succedeva quando andava dagli zii e raccontò che gli stessi abusi, le stesse carezze le aveva subite anche la sorella più grande, in tempi diversi. Cioè quando era una bimbetta.

 

Leggi anche
Quindicenne beve troppo e l’amico abusa di lei in auto: condannato a sei anni di reclusione


Furono la psicologa e l’assistente sociale ad inviare una relazione in Procura. Quando la madre della ragazza venne a sapere degli abusi, dei palpeggiamenti nelle parti intime sia sopra sia sotto i vestivi, non denunciò, non raccontò nulla nemmeno al marito ma chiese conto ai parenti, pretese di potersi confrontare con loro. Ma questo non accadde mai e i rapporti tra loro si interruppero.
Per quello che riguarda la violenza nei confronti della sorella maggiore al tempo dell’apertura dell’indagine erano già prescritti ma la Procura ha proceduto per gli altri fatti accaduti tra il 2009 e il 2010, quello che lui la costrinse ad accettare senza protestare e soprattutto intimandole di non raccontare nulla.
Abusi accaduti in casa senza che mai nessuno si accorgesse. Un processo nel quale hanno deposto i parenti stretti di lui, uno di loro che vive in un’altra città venne accompagnato dai carabinieri perché non si era presentato. E una volta in aula avrebbe mentito.

Fabiana Marcolini

Suggerimenti