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Vallese di Oppeano

Sfratto per cani e cuccioli, finite tutte le proroghe per l'allevatore: «Mi basterebbero due mesi»

Il 22 febbraio l’ufficiale giudiziario deciderà il da farsi del canile «Grotta del lupo». Il proprietario vuole rientrare in possesso dell’area
La «Grotta del Lupo» di Vallese con un cane Akita Inu
La «Grotta del Lupo» di Vallese con un cane Akita Inu
La «Grotta del Lupo» di Vallese con un cane Akita Inu
La «Grotta del Lupo» di Vallese con un cane Akita Inu

Trenta cani e venti cuccioli di un allevamento di Vallese di Oppeano rischiano di finire nei canili pubblici. La struttura nella quale si trovano ora, insieme a una trentina di galline e altri animali da cortile, è infatti oggetto di uno sfratto che può essere eseguito a brevissimo.

Domani mattina (22 febbraio), infatti, ci sarà la seconda visita dell’ufficiale giudiziario, addetto allo sfratto esecutivo, insieme ai veterinari dell’Ulss9. Quello di domani, insomma, potrebbe essere l’ultimo passo di un lungo percorso, per il titolare dei terreni, per riavere i suoi spazi dall’allevatore.

La casa dei quattro zampe

Nella vicenda non mancano certo situazioni peculiari. I protagonisti sono, principalmente, dei cani Maltesi, Pastori tedeschi ed Akita Inu che vivono nella struttura di via Rodolfo Spineta, chiamata la «Grotta del Lupo» gestita da una decina d’anni da Eduard Mosconi.

L’allevatore, residente a San Giovanni Lupatoto, è un 44enne piuttosto noto per la sua attività con gli animali d’affezione. Mosconi aveva ottenuto, in comodato gratuito, lo spazio, per il suo allevamento, dove in passato era già attivo un canile. Qui ha portato tranquillamente avanti l’attività di allevamento sinché il legittimo proprietario dell’area non ha deciso di riavere l’area in suo possesso.

Tutto legale

Una scelta perfettamente legittima - su questo punto lo stesso titolare dell’allevamento non sembra avere dubbi - ma che certo comporta delle conseguenze. Se verrà data esecuzione allo sfratto, Mosconi non saprà dove portare i suoi animali. «Quando ho capito che non ci sarebbe stata la possibilità di trovare un’intesa con il proprietario, per una trasformazione del contratto, ovvero di poter pagare un affitto per l’area, o di ottenere una cessione della proprietà, ho lavorato per un’alternativa. Ma, per una serie di problemi indipendenti dalla mia volontà, ho trovato solo da pochissimo un altro luogo per i miei cani», dice.

L’inghippo 

L’allevatore spiega che potrebbe trasferire la «Grotta del Lupo» in un terreno che gli cederebbe il padre e che si trova nel territorio comunale di San Giovanni Lupatoto, fra Raldon e Buttapietra. Quando tutto era stabilito, però, il padre dell’allevatore ha accusato un grave problema di salute e ciò ha bloccato le pratiche burocratiche per il passaggio.

Solo ora l’amministratore di sostegno del genitore ha ottenuto il benestare del giudice tutelare per l’operazione. A confermare che solo questi fatti contingenti hanno rallentato la realizzazione del nuovo allevamento è anche la legale di Mosconi, Mirella Lopresti. «I problemi sono ora stati superati per cui basterebbe che mi venisse concessa una proroga di un paio di mesi in modo da consentire la realizzazione di recinzioni e box per potervi poi trasferire in sicurezza gli animali», dice l’allevatore. 

La preoccupazione

Va ricordato, però, che all’accesso di domani si arriva dopo che sono state espletate tutte le procedure previste dalla legge, compresi i tentativi di conciliazione tra allevatore e proprietario dei terreni, e che lo sfratto avviene in forza di un titolo esecutivo disposto da un giudice. Dal punto di vista della legittimità dell’azione non sembra esserci nulla da dire: il proprietario è seguito dall’avvocato Tommaso Capuano.

È anche vero che non si tratta di un’azione dovuta a mancati pagamenti, visto che l’utilizzo del canile è, come si diceva, a titolo gratuito. In ogni caso, l’attesa per la decisione dell’ufficiale giudiziario sicuramente in via Spineta si sta facendo sempre più preoccupante. Specie per i cani. Se dovessero tutti andarsene, non è escluso che il giudice decida - visto che non sono pronti i nuovi spazi - di affidarli nel frattempo a canili. 

Luca Fiorin

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