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San Pietro di Morubio

Un ictus spezza il sogno di Sonia. Da due anni si era trasferita con la famiglia alle Canarie

Dramma per una famiglia veronese che si era trasferita dopo il lockdown a Tenerife
Nel riquadro a destra, Sonia Lia
Nel riquadro a destra, Sonia Lia
Nel riquadro a destra, Sonia Lia
Nel riquadro a destra, Sonia Lia

Bonavicina piange Sonia Lia stroncata a 48 anni da un ictus nella cittadina di San Isidoro, a Tenerife, dove si era trasferita un paio di anni fa con il marito Odilio Ferrari e le due figlie, Giulia e Giorgia, la prima di 20 anni e la seconda di 12.

Una fine improvvisa e prematura che ha gettato nella disperazione anche la sua famiglia d’origine - la mamma Tiziana, la sorella Erica e il fratello Nicola - e che ha spezzato i sogni di una coppia che aveva lasciato l’Italia per le Canarie dopo aver chiuso un lungo capitolo della sua vita. Il marito aveva infatti un'officina a Rubiera, il paese in provincia di Reggio Emilia dove la 48enne era andata a vivere dopo il matrimonio. Fino allo scoppio della pandemia gli affari sono andati bene, Sonia collaborava nell’attività e si occupava della casa, poi le cose cambiate. 


Il dramma 

Dopo il lockdown l'officina non ha più riaperto e tutta la famiglia ha deciso così di spostarsi alle Canarie per cambiare vita in un’isola ricca di attrazioni e di opportunità professionali anche per le figlie. L'ictus ha infranto però il loro sogno.

A trovare la forza di raccontare la triste vicenda è la sorella maggiore della donna, Erica, che vive con il marito nel capoluogo mentre mamma Tiziana, rimasta vedova 11 anni fa, e il fratello Nicola abitano a Bonavicina.

Tutti e tre sono partiti domenica notte per Tenerife. «La prima a sapere del grave malore notturno che ha colpito mia sorella è stata proprio nostra madre, che ci ha avvisato subito la mattina del 7 febbraio. Mia sorella era un po' in sovrappeso ma stava bene, non aveva mai accusato disturbi particolari. Purtroppo quando Sonia è riuscita a chiedere aiuto era già passato troppo tempo. I medici hanno fatto l’impossibile, sottoponendola anche ad un intervento chirurgico per ridurre il danno cerebrale, ma i disperati tentativi di salvarla si sono rivelati purtroppo inutili». «Fino a domenica», aggiunge Erica Lia, «siamo rimasti in costante contatto con nostro cognato e nostra nipote più grande. Quando abbiamo saputo che non ce l'aveva fatta e che era morta domenica mattina, abbiamo dato il consenso alla donazione degli organi. Non ne avevamo mai parlato apertamente ma sono convinta che abbiamo interpretato la sua volontà. Lei era una persona solare e generosa ed ora una parte di lei vivrà in due persone malate alle quale sono state trapiantati i suoi reni». 


Messa di suffragio

«Tornava a trovarci ogni tanto», continua Erica, «e non vedeva l’ora di partecipare alle nozze di nostro fratello Nicola, che si sposerà a maggio. Gli piaceva organizzare questi eventi, al suo matrimonio aveva curato tutti i dettagli, pensando persino agli scherzi per tenere allegri gli invitati e animare il banchetto».

Sonia era nata a Bonavicina, aveva frequentato le elementari e le medie in paese per poi iscriversi all'alberghiero Berti di Chievo dove si era diplomata. Prima di sposarsi aveva lavorato in una nota azienda vivaistica. «Sonia», conclude la sorella, «è stata cremata e le sue ceneri rimarranno con la famiglia a Tenerife. Venerdì, alle 18, verrà celebrata una messa di suffragio nella chiesa di Bonavicina». 

Roberto Massagrande

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