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Scoperti i calchi delle campane di San Marco

Le sagome in legno delle campane
Le sagome in legno delle campane
Le sagome in legno delle campane
Le sagome in legno delle campane

C'è un pezzo di storia del campanile di San Marco, finora sconosciuto, in mostra all'Area Exp di Cerea. Anche se i visitatori interessati alla collezione di calchi, provenienti dall'ex Fonderia artistica Munaretti di Venezia, potranno ammirarla solo entro la fine di maggio. La Giunta del sindaco Marco Franzoni, infatti, ha deciso di recedere dalla convenzione stipulata nel 2016 con l'artista Guerrino Lovato, proprietario dei cimeli provenienti dalla bottega artigiana operativa fino al 1930 alle Zattere di Venezia. Sette anni fa i calchi in gesso e le sagome in legno (dime, ndr) utilizzate per fondere statue, ma anche campane, trovarono ospitalità al pianterreno dell'Ex Perfosfati. Il municipio concesse al maestro d'arte Lovato di allestire la propria esposizione museale permanente concedendo gli spazi in comodato d'uso gratuito fino al 12 giugno 2026. Per i primi anni la mostra era visitabile durante le manifestazioni organizzate nell'area fieristica, poi però la mancanza di volontari costrinse a chiudere le porte. Fino all'epilogo odierno, con il Comune che ha deciso di recedere unilateralmente dall’accordo. «Gli spazi», sottolinea il sindaco, «dovranno ospitare la Casa della comunità, che offrirà servizi sanitari alla popolazione. Purtroppo non siamo riusciti a trovare un posto alternativo». Proprio in questi ultimi mesi di permanenza della collezione Munaretti nella Bassa, è stato scoperto che tra i calchi e le sagome esposte vi sono pure gli stampi utilizzati per ricostruire, oltre un secolo fa, i bronzi del campanile di San Marco a Venezia. Che la fonderia veneziana avesse preso parte alla ricostruzione di diverse parti della torre-simbolo della città lagunare, crollata nel 1902 e ricostruita «dov'era e com'era» nel decennio successivo, è cosa nota agli storici. Tuttavia, finora gli esperti avevano ignorato un coinvolgimento della fonderia veneziana nella realizzazione di campane. Documenti alla mano, Lovato dimostra come il fonditore Emanuele Munaretti fosse stato chiamato a coadiuvare il milanese Emanno Barigozzi nella ricostruzione di quattro delle cinque campane andate distrutte nel crollo. «Nella collezione», sottolinea Lovato, «ci sono i calchi dei fregi utilizzati sulle campane di San Marco e ci sono delle sagome in legno impiegate proprio per la fusione dei sacri bronzi». «Finora», conferma Luca Chiavegato, vicepresidente dell'Associazione suonatori di campane a sistema veronese (Ascsv), «anche tra i ricercatori di arte campanaria il nome della Fonderia Munaretti era pressoché sconosciuto». Quindi Chiavegato svela il «giallo» sulle campane di San Marco: «Avendo appreso della presenza dei calchi a Cerea ho interpellato un esperto di Venezia, Maurizio Panizzut, che mi ha confermato come il fonditore Munaretti fosse stato incaricato di coadiuvare Barigozzi dedicandosi al calco dei fregi delle vecchie campane. Tuttavia questo fu causa di dissidi tra i due fonditori, tanto che non fu apposto alcun nome sui bronzi. •.

Fabio Tomelleri

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